A fine 2018 il parlamento svizzero ha preso posizione per estendere la norma antirazzismo alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Una revisione di una legge già esistente portata avanti dal consigliere Mathias Reynard (PS/VS), che il prossimo 9 febbraio andrà incontro ad un vero e proprio referendum, voluto dagli esponenti dell’Unione democratica federale (UDF), riusciti a raccogliere oltre 70.000 firme.
Gli elettori saranno chiamati ad esprimersi sul completamento eventuale della legislazione attuale, che non consente di punire le dichiarazioni omofobe espresse in termini generali. La norma antirazzismo (articolo 262 del Codice penale) andrà integrata con la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, senza riguardare dichiarazioni e azioni mirate alle preferenze sessuali patologiche, come la pedofilia.
“Sanzionare l’omofobia, come anche altre forme di discriminazione basate sull’orientamento sessuale, non può che far bene alla società“, sottolineano i fautori dell’estensione della norma, come riportato da TvSvizzera.
«Le nuove disposizioni non impediranno a nessuno di esprimere le proprie opinioni. L’odio non è un’opinione», ha dichiarato Matthias Erhardt, esponente del Comitato di votazione. «Verrebbero punite solo le dichiarazioni discriminatorie espresse pubblicamente e che sminuiscono le persone a cui sono rivolte», ha rimarcato la consigliera gli Stati Anne Seydoux (PPD/JU).
Tra i sostenitori di una legge contro l’omofobia anche la Chiesa evangelica zurighese, per bocca del presidente Michel Müller: “La Bibbia contiene brani che, se mal interpretati, rappresentano un appello alla violenza contro gli omosessuali. Ma i Vangeli dicono anche: «Tutto ciò che vuoi che gli altri facciano a te, fallo anche per loro“.
“Ritengo poco cristiano appoggiare un referendum che intende rovesciare questa legge“, ha continuato Muller, come riportato da Voce Evangelica. “E’ disonesto servirsi della difesa della libertà d’espressione come argomento per legittimare il sostegno al referendum. Dopotutto si tratta semplicemente di sapere se si può prendere posizione contro gli omosessuali. Appoggiando questo referendum si propugna chiaramente l’omofobia”. “In un’epoca in cui gli omosessuali sono perseguitati – non dimentichiamo che nel Brunei rischiano la vita -, e in cui l’ostilità nei loro confronti è in aumento anche nell’Europa orientale, devono essere protetti dalla legge. E ciò deve essere sostenuto dalla chiesa con tutte le sue forze”.
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