Sabato è giorno di Pride a Treviso, una manifestazione voluta ma estremamente difficile da mettere in piedi (qui la storia del difficile iter organizzativo). Uno penserebbe che nel ricco nord est, in una piccola cittadina dove i livelli di reddito e di istruzione sono in cima alle classifiche (e diciamocelo, pure di business, vista la quantità di industrie che vivono sui mercati internazionali e che lì hanno sede, da Benetton a De Longhi a Permasteelisa), sia un evento tranquillo, quasi festoso. Invece Treviso è al centro di quella cultura omofoba che rende Veneto e Friuli Venezia Giulia dei posti estremamente difficili per la comunità LGBTQI. Quella Treviso che Oliviero Toscani aveva in mente quando definì i veneti “popolo di spritz e ubriaconi” ha una forte cultura di disprezzo per gay e lesbiche. Chi meglio quindi del suo ex sindaco Gentilini può incarnare lo spirito? Ieri, in radio alla Zanzara di Cruciani, Gentilini si è lanciato nell’ennesima dichiarazione omofoba, dicendo: “Io sarei per interventi drastici. Manganelli, olio di ricino ancora, ma non è più possibile. La legge è dalla loro parte”.
A conferma del difficile clima in cui la comunità LGBTQI trevigiana deve muoversi, è di queste ore la notizia che l’azienda vinicola Astoria Wines ha ricevuto una lettera anonima, firmata “I Normali”. In un italiano contorno e poco comprensibile la lettera critica l’azienda che figura come uno degli sponsor principali dell’imminente manifestazione del Pride. Sulla loro pagina Facebook quelli dell’Astoria hanno messo le cose in chiaro: “in Astoria non dividiamo il mondo in “normali” o “particolari”, ma in singole persone, con nome e cognome, da rispettare sempre e comunque anche quando hanno comportamenti, colore, cultura diversi dalla nostra”.
“Condividiamo questa lettera che ci è arrivata in azienda, per ribadire, a chi non l’avesse capito,
che in Astoria non…Pubblicato da Astoria Wines su Mercoledì 15 giugno 2016
Sarà quindi un Pride difficile perché a causa di chiusura e omertà gli organizzatori rischiano di essere lasciati soli: le stesse istituzioni hanno concesso il patrocinio a patto che vengano osservati i “valori del rispetto, della sobrietà e della continenza dei modi di espressione”. Staremo a vedere.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.