"È un fatto storico per l’Italia: per la prima volta un’amministrazione intitola uno spazio pubblico ad una figura storica del movimento gay dando vita al Giardino Stefano Casagrande. È un riconoscimento alla figura eccezionale di Stefano ed al movimento omosessuale a cui ha dedicato gran parte della sua vita e delle sue attività. Le lotte culturali e politiche di quel movimento che hanno trasformato il volto del paese ricevono così un giusto riconoscimento istituzionale. Bologna si conferma ancora una volta come la capitale italiana dell’inclusione per gay, lesbiche e trans, ancora una volta riconosciuti come una componente significativa della società bolognese ".
Con queste parole Sergio Lo Giudice, presidente della Commissione politiche sociali del Comune di Bologna ed esponente del movimentolgbt italianoha commentato la delibera dell’amministrazione Cofferati che ha deciso, ieri, di intitolare l’area compresa fra le mura di Porta sant’Isaia, via Calori e via Graziano a Stefano Casagrande, ideatore di eventi, designer, costumista, scenografo, arredatore, scultore, organizzatore di iniziative sociali e politiche.
"Stefano è stato per me un amico, per Bologna uno degli animatori culturali più dinamici ed originali degli anni ’80 e ’90 – ha continuato Lo Giudice -. Per il Cassero è stato per quindici anni l’anima creativa. Per il movimento lgbt italiano, una delle figure più importanti nella definizione di una cultura e di una socialità gay che unisse una graffiante creatività all’impegno politico, all’aggregazione sociale e alla diffusione di una cultura di prevenzione all’Aids".
Già lo scorso anno, nel giorno del Pride di Bologna, il sindaco Cofferati aveva promesso alla comunità lgbt l’intitolazione di un luogo di Bologna a Casagrande. A quasi un anno dal quel 29 giugno quella promessa è diventata realtà. Stefano Casagrande arrivò a Bologna nel 1982 e da allora divenne animatore e pioniere delle battaglie gay in città organizzando festival indipendenti, spettacoli, mostre, rassegne e promuovendo la nascita del Centro di documentazione, l’archivio gay più grande d’Italia, E’ morto all’età di quaranta anni il 30 novembre del 2000.
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