Il prossimo 20 Dicembre Maestro è disponibile su Netflix.
Il film di Bradley Cooper dopo la premiere al Festival di Venezia ’23, è pronto a diventare l’appuntamento cinematografico delle vostre feste natalizie, appena in tempo per gli Oscar 2024.
È la storia di Leonard Bernstein, più grande direttore d’orchestra di sempre e primo compositore americano a ricevere fama mondiale, raccontata attraverso lo sguardo di sua moglie, Felicia Montealegre (interpretata da Carey Mulligan), rimasta al suo fianco fino al 1978.
I due si incontrano per la prima volta il 5 Febbraio del 1947, ad una festa tenuta dal pianista cileno, Claudio Arrau, insegnante di Felicia.
All’epoca lui ha 28 anni, lei 23, ma l’ha già visto dirigere l’orchestra sul palco del New York City Center, pensando che prima o poi lo sposerà “Fu lì che ci innamorammo” avrebbe detto Bernstein, secondo la biografia Leonard Bernstein: The Infinite Variety of a Musician di Peter Gradenwitz.
Difatti, si fidanzano nel giro di qualche mese per poi lasciarsi subito poco dopo. Poi nel Gennaio del 1951, il nuovo compagno di Felicia, l’attore Richard Hart, muore per un’occlusione coronarica, e nell’Agosto dello stesso anno, lei torna insieme a Leonard, per poi sposarlo il mese successivo.
Hanno tre figli – Jamie, Alexander, e Nina Maria – e il matrimonio sembra andare a gonfie vele.
C’è solo un dettaglio: Leonard ama anche gli uomini. Ma Felicia questo già lo sa, glielo rende presente in una lettera scritta tra il 1951 or 1952. Chiam,a quel matrimonio ‘un macello’. ma è più comprensiva di quel che sembra: “Sei omosessuale e questo forse non cambierà mai“ scrive nella lettera – raccolta oggi nell’antologia The Leonard Bernstein Letters (2014) di Nigel Simeone. “Non ammetti la possibilità di una doppia vita, ma se la tua pace mentale, la tua salute e il tuo intero sistema nervoso dipendono da un certo pattern sessuale, cosa puoi farci?”
Felicia non dice a Leonard di non vedere altri uomini, e nemmeno acconsente a farsi mettere i piedi in testa. Al contrario, trova spazio per un sentimento che va ben oltre il rigido vincolo del matrimonio: “Sono disposta ad accettarti così come sei, senza fare la martire.. proviamo a vedere cosa succede se sei libero di fare quello che ti piace, ma senza senso di colpa o confessioni. Rilassiamoci nella consapevolezza che nessuno di noi due è perfetto e dimentichiamo di essere MARITO E MOGLIE a caratteri cubitali, non è così male“.
Certo, essere bisessuale per l’epoca non è proprio una passeggiata di salute: per Serge Koussevitzky, mentore di Bernstein, il matrimonio con Montealegre è l’unico modo per mettere a tacere ogni pettegolezzo sulla sua sessualità, mentre, come riportato nel New York Times, Leonard cerca di ‘correggersi’ attraverso terapie riparative. Nella speranza di riconciliarsi con quella ‘vita immaginaria’ che condivide con la moglie.
Come scrive Nigel Simeone il loro matrimonio è ‘un segreto aperto’ e ‘contratto dalle insicurezze’, finché con l’inizio degli anni ’70 – insieme alla rivoluzione LGBTQIA+ di Stonewall – il ‘pacifico accordo’ inizia a sbarellare.
Proprio nel 1976 Leonard si innamora del musicista Tom Cothran (nel film interpretato da Gideon Click), e lascia Felicia per andare a vivere insieme a lui in California. Stando al libro Leonard Bernstein: An American Musician di Allen Shawn, Bernstein considera Tom il suo migliore amico e l’unico a comprendere davvero la sua musica. Felicia gli risponde che finirà per morire ‘vecchio e solo’.
Ma quando Felicia si ammala di cancro, Leonard torna a casa per restarle vicino fino all’ultimo minuto.
Lei morirà il 16 Giugno del 1976, lui nel 199 per un arresto cardiaco. Tutt’oggi sono sepolti vicini presso il Green-Wood Cemetery di Brooklyn.
Come racconta la figlia maggiore Jamie in un’intervista con PBS, il loro è stato molto più di un matrimonio: è stata un’amicizia fatta di passioni condivise, grandi risate, e interessi in comune. Leggevano gli stessi libri, andavano al teatro, e poi condividevano i loro pensieri l’uno con l’altro, coltivando un legame che andava ben oltre la camera da letto.
“Se l’estate non canta in te, niente canta in te. E se niente canta in te, non puoi fare musica” dice Felicia a Leonard nel trailer di Maestro. Nella vita vera, queste parole sono tratte dal sonetto Edna St. Vincent Millay, What Lips My Lips Have Kissed, per cui Bernstein orchestrò una composizione un anno dopo la morte di Felicia. “L’estate canta ancora dentro di me” rispose durante un’intervista con Mike Wallace: “Non così spesso come una volta, ma certo che lo fa”.
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