Erano 372 i voti favorevoli. I contrari erano 51. Gli astenuti, 99. Questi i numeri della Legge del 20 maggio 2016, n. 76. Conosciuta da tutti come Legge Cirinnà, anche se il suo vero nome è “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”. Con queste legge, le unioni civili in Italia divennero finalmente realtà. E il Belpaese diventava un po’ più “civile”.
Una legge zoppa, secondo alcuni, perché priva della stepchild adoption, eliminata dal testo al Senato per avere il voto anche da parte di NCD (Nuovo Centro Destra), che nel 2016, durante il governo Renzi, faceva parte della maggioranza. Il testo, difatti, erano stato votato con la fiducia, dopo quello che alcuni definiscono il tradimento del M5s, che dopo un timido sì aveva cambiato rotta, rischiando di affossare la legge.
Ma le polemiche su questa vicenda sono state tante, troppe campane che raccontano diverse versioni. L’importante è che, a 4 anni da quell’11 maggio 2016, con la legge sulle unioni civili moltissime coppie hanno potuto coronare il loro sogno e definirsi una famiglia riconosciuta dallo Stato. Certo, c’è ancora tanto da lavorare per fare in modo che le famiglie arcobaleno con tanto di bambini siano riconosciute e tutelate come quelle etero, ma per la mentalità della politica italiana (sia destra che sinistra) fu un buon primo passo.
Oltre 10.000 le coppie che si sono sposate con le unioni civili
Non ci sono molti dati sul numero di unioni civili, in quanto l’ultimo aggiornamento risale al 2018. Secondo un rapporto Istat di fine 2019 e che riguardava il 2018, le coppie dello stesso sesso che si sono unite civilmente sono 2.808.
In prevalenza sono uomini, con il 64,2% del totale.
Geograficamente, il 37,2% delle coppie si è unito nel nord ovest; il 27,2% nel centro Italia. Meno al Sud, anche se naturalmente il dato sale nelle grandi aree urbane, nelle grandi città come Roma e Milano in primis (siamo al 20% de totale nel 2018), ma anche Palermo e Napoli (qui il dato è di una unione ogni 100.000 abitanti). Diversi i dati del Ministero degli Interni. Secondo il Viminale, nel 2016 le unioni civili erano state 2433, nel 2017 ben 6073, nel 2018 siamo a 2371.
Contando i 4 anni, si potrebbe azzardare una cifra che si aggira sulle 12.000 cerimonie, vale a dire 24.000 persone.
Le prime (due) unioni civili
Nel 2016, la prima unione civile in Italia è stata quella tra Giovanni e Gianluca, il 24 giugno, a Lugo di Romagna (Ravenna). Ma a giugno i decreti attuativi non erano ancora stati inviati ai Comuni, strumento necessario affinché il sindaco della città (o la persona delegata) sapesse come celebrare correttamente la cerimonia.
La prima unione civile “ufficiale”quindi è stata quella celebrata a Castel San Pietro Terme (Bologna), tra Elena e Deborah. La cerimonia è avvenuta il 24 luglio, il giorno dopo la firma dei decreti attuativi tanto attesi (il ministro Alfano aveva ritardato il più possibile la firma del decreto, non si sa se per dimenticanza o volontariamente).
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L'avv. Angelino Alfano non può che essere tacciato di mala fede . Un tempo il suo nome sarebbe stato scalpellato dai monumenti per evidenziare la damnatio nominis.