Vaticano, “no all’ideologia gender nelle scuole e all’omogenitorialità”

Punti di incontro sulla lotta alle discriminazioni, ma dal Vaticano arriva un no netto alla cosiddetta 'ideologia gender'.

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Vaticano, tra vescovi e omotransfobia
2 min. di lettura

In un documento di 33 pagine intitolato “Maschio e femmina li creò”, a firma del cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, e dell’arcivescovo Vincenzo Zani, segretario del Dicastero, il Vaticano è tornato a respingere la cosiddetta ‘teoria gender’, così come l’omogenitorialità.

Il documento, che mira a offrire una guida alle scuole cattoliche sulle questioni di genere, sottolinea come esista una “crisi educativa, specialmente nel campo dell’affettività e della sessualità“.

Questa ideologia ispira programmi educativi e tendenze legislative che promuovono idee di identità personale e intimità affettiva che portano ad una rottura radicale con l’effettiva differenza biologica tra maschio e femmina. Questa oscillazione tra maschio e femmina diventa, alla fine della giornata, solo un’esibizione “provocatoria” contro i cosiddetti “quadri tradizionali”, ignorando la sofferenza di chi deve vivere situazioni di indeterminazione sessuale.

Sebbene il documento ribadisca come la Chiesa condanni fermamente qualsiasi “bullismo, violenza, insulti o discriminazione” nei confronti dei più piccoli, ci si sofferma sull’importanza di un padre e di una madre, prima di rimarcare “alcuni possibili punti di incontro per crescere nella comprensione reciproca”, proprio nel quadro delle ricerche sul gender. Una vera e propria cultura del dialogo.

Uno Stato democratico non può ridurre la proposta educativa ad un pensiero unico specialmente in una materia così delicata che tocca la visione fondamentale della natura umana ed il diritto naturale da parte dei genitori di una libera scelta educativa, sempre secondo la dignità della persona umana. Ogni istituzione scolastica deve, quindi, dotarsi di strumenti organizzativi e programmi didattici che rendano reale e concreto questo diritto dei genitori. In tal modo, la proposta pedagogica cristiana si concretizza come una solida risposta alle antropologie della frammentazione e del provvisorio.

Riteniamo molto grave la pubblicazione del documento diffuso oggi dal Vaticano – ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center – che indica alle scuole ed università cattoliche come discriminare le persone trans, lesbiche e gay, negandone l’esistenza ed indicandole come sbagliate. Le scuole e le università cattoliche in Italia devono rispettare le leggi dello stato, e queste indicazioni creano un clima discriminatorio verso gli studenti lesbiche gay e trans, oltre a farli sentire sbagliati. I dati del nostro numero verde Gay Help Line 800713713, e le recenti ricerche in materia indicano che al primo posto nelle scuole vengono discriminati gli studenti lesbiche, gay e trans, pertanto tale indicazione pedagogica per le scuole cattoliche aumenta solo tali discriminazioni e va contro la legge Legge del 2015 denominata Buona Scuola, la normativa antidiscriminazione sia Europea e sia Italiana. Per questo chiediamo l’intervento del Presidente del Consiglio Conte, al fine che tale indicazione pedagogica sia vietata nelle scuole parificate italiane, le quali devono rispettare prima di tutto le leggi italiane.”

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Franzc Dereck 10.6.19 - 18:06

Il Vaticano è rimasto al tempo di quando faceva eseguire le condanne a morte che pronunciava , da autorità laiche di altri Stati cui per ricompensa poneva in capo corone reali od imperiali. Ancora non capisce che è uno Stato che mette il becco negli affari di un altro Stato Sovrano ( e per giunta lo paghiamo profumatamente).

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