Tra il 763-1066, nella Germania pre-cristiana del IV secolo, i vichinghi – consciamente o meno – erano più gay che mai. Innumerevoli ricerche confermano questi uomini, apoteosi di testosterone e machismo nordico, non avevano alcun problema con l’omosessualità, al contrario, l’accoglievano in più forme. Al contrario, i fedeli seguaci di Fryer, Dio dei Vichinghi, credevano che la forza del maschio risiedeva nello sperma. Tanto che lo condividevano.
I vichinghi si sfidavano a duello, a colpi di spade e scudi, durante degli allenamenti che contavano più di venti uomini. Stando ai testi antichi, i combattenti si dividevano in due gruppi: i vinnas (vincitori) e i vatas (perdenti). Chi perdeva doveva restare in ginocchio e pregare il Dio Fryer, implorandolo per diventare più forte e agile. Finita la preghiera, i vatas erano a completa disposizione dei vinnas: l’obiettivo era acquisire la stessa forza, mascolinità, e potenza dei vincitori. Come riportato da una ricerca di Men’s Variety, gli uomini perdenti venivano sottomessi da quelli vincitori, a volte anche più di uno, e lo spreco di seme era considerato estremamente offensivo nei confronti del Dio Fryer. Più che deplorevole, la sodomia era un atto di restaurazione, la possibilità di riscattarsi assorbendo la vigorosità dell’altro, di rispettare la tradizione e diventare ancora più uomini.
Seppur l’atto coinvolgesse entrambe le parti, c’era comunque una vena denigratoria e avvilente verso la parte sottomessa: i peggiori insulti tra i vichinghi erano l’accusa di codardia durante una battaglia o venir chiamati ergi, termine per indicare chi si lasciava penetrare dai compagni. Non è dato nemmeno a sapere se ci fosse completo consenso da entrambe le parti coinvolte, e mettendo insieme tutti i pezzi, sorge il dubbio fosse tutto meno divertente e piacevole della fantasia da porno gay che ci siamo messi in mente.
Con l’arrivo del cristianesimo, all’inizio del XI secolo, l’omosessualità iniziò ad essere bandita: a differenza del paganesimo, la nuova religione bandiva sia dominanti che dominati, e nel 1614 il re Magnus V Erlingsson di Norvegia affiancato dall’arcivescovo Eysteinn Erlendsson, istituì la prima legge anti-omosessuali nella storia della Norvegia.
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