Le uscite di Feltri e della Pascale prima e di Berlusconi poi hanno dato il via ad una vera e propria corsa, al ribasso sui diritti delle coppie gay. E se dentro Forza Italia è tutto un precisare e un cercare di chiarire , senza mai scontentare il leader , alla ridda di dichiarazioni si aggiunge oggi quella di un altro esponente del centrodestra, Angelino Alfano, segretario dell’NCD.
In un’intervista rilasciata a Repubblica, infatti, il ministro degli Interni ha dichiarato che nel suo partito sono “pronti ad un’accelerazione su questo genere di tutele, la nostra è un’apertura significativa”. Ma pone dei limiti non da poco alla discussione. Ovvero niente estensione del matrimonio alle coppie gay, niente utero in affitto, niente adozioni e niente reversibilità della pensione in caso di morte di uno dei due partner.
Certo non gli si può imputare incoerenza, dato non più tardi di gennaio 2014 (presidente del consiglio era ancora Letta e Renzi era il neo segretario del Pd) lo stesso Alfano aveva dichiarato, riferendosi al PD: “se propongono il matrimonio gay, ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate e denunciandolo all’opinione pubblica”. Denunciandolo, come si fa con un crimine.
Per NCD si tratta semplicemente di discutere di una forma di tutela delle coppie conviventi, che siano etero o gay, basta che non si parli neanche lontanamente di qualcosa che assomigli al matrimonio, con i diritti che questo comporterebbe. E tra questi ci sarebbe anche il diritto a ricevere, in caso di scomparsa del coniuge, la pensione di reversibilità. Ma su questo il Nuovo Centro Destra non è disposto a cedere perché “la reversibilità delle pensioni oggi costa più di 40 miliardi all’anno ed è la più costosa in Europa”. Insomma, speriamo che non muoiano neanche tanti etero sposati, perché, almeno a loro, la reversibilità bisognerà pagarla. Un calcolo, quello di Alfano, che per altro non tiene in alcuna considerazione l’input che rappresenterebbe anche per l’economia l’estensione dei diritti alle coppie gay (persone che si sposerebbero, comprerebbero casa, programmerebbero un futuro e su questo, investirebbero)
Ma per Alfano siamo difronte ad una “apertura significativa” da parte sua e del suo partito. E a ben guardare potrebbe non avere tutti i torti dato che l’unica differenza sostanziale con il disegno di legge del Pd (che già non contempla il matrimonio né le adozioni, va ricordato) è il no alla reversibilità sul quale, quasi quasi, anche Monica Cirinnà (Pd), che di quel testo è relatrice, pare essere disposta a fare marcia indietro. Perché, come riporta l’Espresso, la stessa Cirinnà ha precisato che “se i tecnici in commissione danno un parere contrario, dicendo che non c’è copertura per questo aspetto della legge, certo non blocchiamo tutto per questo” tentando poi la rimonta con un riferimento al bilancio 2015 “che è ancora da scrivere e che potrebbe prevedere questo impegno, che è molto meno gravoso di quanto dice Alfano, almeno nei primi anni”.
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