Sassari: candidato sindaco gay fermato da polizia

Domenica 24 aprile, vMassimo Mele, candidato a Sindaco di Sassari, e due candidati della lista civica Liberiamo Sassari sono stati fermati mentre si trovavano in un giro di campagna elettorale.

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SASSARI – Domenica 24 aprile, verso le 2:30 del mattino, Massimo Mele, candidato a Sindaco della città di Sassari, Paolo Giuliani e Gianuario Muntoni, candidati alla carica di consigliere della lista civica Liberiamo Sassari sono stati fermati da una volante della polizia in corso Vico mentre si trovavano in un giro di campagna elettorale. Dopo aver accertato le generalità e appurato chi fossero e cosa stessero facendo in giro a quell’ora, i candidati sono stati invitati ad uscire dalla macchina ed è stata effettuata prima una perquisizione approfondita dell’auto e in seguito una perquisizione corporale alla presenza di altri poliziotti, sopraggiunti su altre due volanti con i lampeggianti accesi, in mezzo alla strada ancora trafficata. Gli agenti hanno quindi scortato i candidati in Questura, dove sono stati trattenuti più di due ore, denudati e ispezionati anche nelle parti intime e rilasciati solo verso le 6:00 del mattino dopo l’arrivo di una decina di altri candidati della lista e di alcune province della Sardegna.
«Vogliamo solo sottolineare – affermano rappresentanti della lista civica Liberiamo Sassari – come il rilascio sia avvenuto solo dopo aver fotocopiato i documenti dei nuovi arrivati come se il passaporto e la carta di identità in loro possesso non fossero sufficienti e, soprattutto, il rifiuto da parte dei poliziotti di farci parlare con un loro diretto superiore. Infatti i poliziotti delle volanti e quelli presenti in Questura erano tutti nuovi della nostra città, arrivati solo da alcuni giorni, prova ne sia l’utilizzo della carta intestata della Questura di Lecce per la compilazione dei verbali».
«Questo episodio non è il primo subito dagli appartenenti della lista Liberiamo Sassari che in alcuni casi si sono sentiti addirittura chiedere informazioni sulla loro vita sessuale in riferimento all’omosessualità del candidato a Sindaco. Se a questi episodi aggiungiamo l’aggressione subita da alcuni ragazzini che giocavano a calcio da parte di una pattuglia dei carabinieri con i mitra spianati o i quotidiani controlli subiti da cittadine e cittadini della nostra città da parte di forze dell’ordine per lo più di passaggio a Sassari (come da loro sostenuto e confermato dal Questore questi ‘rinforzi’ rimangono nella nostra città per 10/15 giorni), ci chiediamo che cosa stia succedendo. Purtroppo, i quotidiani allarmi di Pisanu sull’emergenza criminalità in Sardegna e a Sassari, che è riuscito persino a far passare sui TG nazionali il ritrovamento di una scritta a pennarello su un pannello elettorale contro di lui, sono stati raccolti non solo dal centro destra di Milia che parla di improbabili reti cittadine di controllo con un sistema di videosorveglianza in concerto tra forze dell’ordine e militari, ma anche dal centro sinistra di Ganau che ha chiamato come consulente per la sicurezza Pino Arlacchi, l’ex responsabile ONU per la lotta alla droga, teorico della war on drogues di stampo americano e defenestrato dall’ONU dopo la censura dell’Unione Europea. Certo che Sassari ha un’emergenza, ma è un’emergenza sociale e non certo criminale. Non abbiamo bisogno di altri poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari ma piuttosto di serie politiche del lavoro, di assistenza per gli anziani, di case popolari e di una generale politica di risanamento del territorio incentrata sull’uso delle energie rinnovabili, del riciclaggio e di culture adatte alla nostra terra».
«Chiediamo al Prefetto, al Questore, al Comandante dei Carabinieri e a tutte le forze politiche uno sforzo mirato al risanamento sociale ed economico della nostra terra finendola di criminalizzare il territorio e i suoi abitanti. Vogliamo la garanzia del rispetto delle regole democratiche della convivenza civile senza interferenze né nella campagna elettorale né nella vita delle e dei cittadini di Sassari».

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