Alessandra Todde ha appena vinto le amministrative sull’isola, diventando la prima Presidente donna della Regione Sardegna, appoggiata dal Campo Largo. Una coalizione che comprende Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, AVS (Alleanza Verdi/Sinistra Italiana) e altri partiti di sinistra e liste civiche locali. Tra i partiti che la sostengono c’è anche il Partito Gay Lgbtq+ di Fabrizio Marrazzo, che ha firmato con Todde un accordo programmatico in 12 punti. Accordo che vi avevamo raccontato qui poco più di un mese fa. Il primo punto di questo programma è la richiesta di un referendum abrogativo sulle Unioni Civili, che faccia diventare questo istituto completamente equiparabile al matrimonio.
L’idea del Partito Gay Lgbt+ di far diventare le Unioni Civili Matrimonio Egualitario è molto semplice, quanto tecnica. Si tratta di abrogare tutti quei commi della Legge 76 del 20 maggio 2016 che prevedano una distinzione con l’istituto del Matrimonio. Un fatto rilevante, perché, come fa notare il partito promotore “il matrimonio egualitario gode di un consenso trasversale nella popolazione di oltre il 65% (dato Censis Dicembre 2023)”. Oltre a questo, siamo l’unico paese dell’Europa Occidentale a non aver introdotto un istituto che equipari le coppie eterosessuali a quelle omosessuali. Pochi giorni fa, infatti, la Grecia ha approvato il matrimonio egualitario con una maggioranza larghissima e con un governo di centrodestra, capeggiato da Mitsotakis, che fa parte del Partito Popolare Europeo.
Veniamo al punto. L’istituto delle Unioni Civili del 2016 separa le esperienze omosessuali da quelle eterosessuali, costruendo una normativa parallela a quella del matrimonio, con diversi obblighi e diversi diritti. Con il matrimonio egualitario questa differenza non ci sarebbe più. L’istituto referendario permetterebbe di cambiare il comma 20 della L. 76/2016 in questi termini:
“le disposizioni che si riferiscono al matrimonio ed alle parole coniuge, coniugi o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra le persone dello stesso sesso”.
I commi successivi a questo, dal 21 al 26 compresi, verrebbero completamente abrogati. Sono quelli che si riferiscono alle specifiche disposizioni che disciplinano le Unioni civili o che richiamano altre leggi. A questo punto completamente inutili poiché completamente equiparabili a quelle del matrimonio.
Dato che le coppie omosessuali avrebbero gli stessi identici diritti delle coppie eterosessuali, allora sarebbe possibile per tutte le coppie poter adottare figli. Che essi siano figli del partner, riconoscimenti alla nascita e adozioni fuori dalla coppia.
Perché, allora, è rilevante la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna? Perché adesso le regioni a guida progressista non sono più 4, ma 5. Il numero minimo che serve a proporre un referendum. Perché, infatti, l’applicazione dell’istituto del referendum abrogativo è possibile solo se a richiederlo sono 500mila elettori oppure 5 consigli regionali. E questi sarebbero: Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Puglia e, oggi, Sardegna. Il Partito Gay/LGBT chiede alla Sardegna di essere la regione capofila ad approvare la mozione referendaria sul Matrimonio egualitario. A cui si dovrebbero accodare le altre 4.
Così Marrazzo, segretario nazionale del Partito Gay/LGBT a Gay.it:
“Alla serata di festeggiamento per la vittoria di Alessandra Todde, ho incontrato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, alla quale ho nuovamente richiesto di coordinarsi con le altre 4 regioni progressiste per avviare l’iter per richiedere il Referendum per il Matrimonio Egualitario, in quanto elemento presente nel programma della neo-eletta Presidente, auspicando che il PD dia pieno sostegno alla proposta”.
Oggi il Partito Gay ha un accordo sul Matrimonio Egualitario che è stato appoggiato dal Movimento 5 Stelle, il primo partito a inserirlo nel proprio programma elettorale in Italia. Durante i festeggiamenti per la vittoria di Alessandra Todde, Fabrizio Marrazzo e Elly Schlein si sono parlati brevemente sulla questione. Se la segretaria del Pd decidesse di appoggiare la strategia del Partito Gay Lgbt+ la possibilità di vedere la mozione approvata dai 5 consigli regionali sarebbe molto più vicina.
La strategia tecnico-giuridica prospettato da Fabrizio Marrazzo permetterebbe dunque di condurre gli Italiani davanti a un referendum e far scegliere loro se abrogare alcuni aspetti della legge per le unioni civili, così da rendere quell’istituto paritario rispetto al matrimonio. Al contempo, è doveroso ricordare che in una democrazia liberale occidentale, nel 2024, sarebbe auspicabile di modificare semplicemente la legge sul matrimonio e renderlo egualitario, anziché perseguire altre strade giuridiche, pur legittime, come quella proposta dal Partito Gay/LGBT.
Per tutti i dettagli sulla proposta referendaria è possibile visitare il sito: Si Matrimonio Egualitario – Referendum – Firma Online ora
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