"Bianco che più bianco non si può", era lo slogan di una nota marca di candeggina. Inaspettatamente, a distanza di pochi anni, siamo passati dallo sbiancamento dei tessuti a quello dell’ano. Sempre più in voga, la moda dell’anal bleaching si sta diffondendo rapidamente anche in Italia soprattutto tra la popolazione milanese. Di questo curioso fenomeno ne danno prova le statistiche di Google Insights for Search schizzate in alto dopo che Luciana Littizzetto, durante la puntata di "Che tempo che fa" del 10 maggio 2009, portò il fenomeno all’attenzione del grande pubblico. Ma cos’è estattamente il "candeggio" (è la traduzione letterale del termine "bleaching"), in quali casi è davvero necessario, ma soprattutto quali sono i rischi che comportano le sostanze contenute nei prodotti di questo tipo?
L’anal bleaching è un trattamento che fino a pochi anni fa veniva richiesto esclusivamente dai porno attori per rendere più chiara la pigmentazione attorno alla zona dell’ano che, soprattutto superati i 50 anni, diventa naturalmente più scura. Oggi invece, forse per la convinzione che scuro corrisponde a "vecchio", lo sbiancamento sta diventando una pratica diffusissima anche tra noi comuni mortali. Come tutti i trend più stravaganti, i primi a sposare questa moda sono stati gli americani seguiti da australiani, neoelandesi, inglesi, canadesi, austriaci, tedeschi, svizzeri, olandesi e infine dagli italiani. E se "Lucianina" ha portato il fenomeno nelle nostre case, nuovi prodotti fai-da-te lo hanno reso ancora più accessibile. In principio, infatti, per effettuare lo sbiancamento era necessario recarsi nei centri di chirurgia estetica. Adesso basterà cercare "sbiancamento anale" su un qualsiasi motore di ricerca per ricevere direttamente a casa il prodotto che promette di riportare il vostro fondoschiena agli antichi splendori.
Sono un paio le creme ritenute più adatte allo scopo. Una contiene Idrochinone, un prodotto chimico utilizzato anche nel campo dello sviluppo fotografico, nelle tinture per capelli e per la produzione di gomma. L’uso di questo agente a lungo termine, però, può addensare le fibre di collagene e far peggiorare aqddirittura la situazione. Per questo motivo e per il suo sospetto potere cancerogeno, l’idrochinone è stato bandito da Francia e Regno Unito. Un’altra, invece, viene pubblicitata come 100% naturale e priva di idrochinone. Entrambe nascono comunque con bel altri intenti, cioè la cura di macchie della pelle su viso, collo e mani.
Fregatura o meno però, l’anal bleaching esiste e i siti che ne parlano prolificano così come i forum per scambiare consigli su prodotti, tecniche e, perché no, tonalità. I medici non sconsigliano lo sbiancamento ma solo nel caso ci sia un reale disagio causa di inibizione e dell’abbassamento di autostima con conseguenze negative nella vita sessuale. In ogni caso è sempre raccomandato un consulto col proprio medico prima di avventurarsi in un centro estetico o, peggio ancora, in un sito poco affidabile.
Fra quanti hanno provato lo speciale "candeggio" c’è anche Sasha Baron, il Bruno del cinema, che prima di "mettersi a nudo" nel suo ruolo ha pensato di utilizzare una crema schiarente per sfoggiare un fondoschiena privo d’imperfezioni. L’esperimento è andato male e l’attore è stato ricoverato per le ustioni derivate dall’uso di una crema decolorante troppo aggressiva. Entusiasta e grande sostenitrice dello sbiancamento anale è invece la pornostar Tabitha Stevens che dopo aver reso partecipe il pubblico televisivo del reality Dr 90210 sulla chirurgia estetica ha sentenziato: «Mai più senza!».
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