A pochi mesi dalle elezioni che decideranno chi sarà il nuovo (?) inquilino della Casa Bianca, i repubblicani d’America hanno ufficialmente presentato un disegno di legge volto a impedire alle donne trans di competere nella squadra olimpica nazionale, in vista delle Olimpiadi di Parigi del 2024. In qualunque sport ipotetico.
Il rappresentante della Florida Greg Steube e il senatore dell’Alabama Tommy Tuberville hanno presentato in Senato la discussa legge “a protezione delle donne negli sport olimpici e amatoriali” la scorsa settimana. L’obiettivo è quello di vietare alle donne transgender di partecipare a qualsiasi squadra riconosciuta dal comitato olimpico statunitense, il che significa che anche gli eventi amatoriali potrebbero vederle bandite a vita.
Come riportato da LGBTQ Nation, Tuberville, sostenitore di lunga data di Donald Trump, ha espresso preoccupazione per le linee guida di USA Boxing nei confronti dell’inclusione delle atlete trans, che ad oggi possono boxare dopo aver effettuato l’intervento chirurgico di affermazione di genere. “È profondamente inquietante vedere la boxe americana cambiare la sua politica per consentire agli uomini di boxare contro le donne”, ha detto Tuberville. “Gli uomini non dovrebbero competere negli sport femminili a nessun livello e soprattutto non in uno sport come la boxe”. “Sia in una piccola lega che alle Olimpiadi, non è sicuro, è ingiusto ed è semplicemente sbagliato. Questo disegno di legge garantirà che le Olimpiadi siano giuste nei confronti delle donne americane che si allenano tutta la vita per rappresentare il nostro Paese sulla scena mondiale”.
I Giochi Olimpici di Parigi 2024, che si svolgeranno dal 26 luglio all’11 agosto, includeranno un requisito aggiornato relativo alle atlete trans, tecnicamente ammesse ma fortemente limitate da requisiti sempre più stringenti.
“Il principio 4 riconosce che le organizzazioni sportive potrebbero dover emettere criteri di ammissibilità per le competizioni basate sulla segregazione di genere per mantenere una distribuzione equa e proporzionata dei vantaggi competitivi tra partecipanti“. “Riconosce inoltre la particolare importanza del promuovere l’uguaglianza per le donne nello sport e di preservare una concorrenza leale e significativa per le atlete d’élite, che in alcuni casi potrebbero richiedere criteri che ne limitano l’ammissibilità”.
Con queste nuove regole la sollevatrice di pesi neozelandese Laurel Hubbard, che ha fatto la storia come prima atleta apertamente transgender a competere alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, non avrebbe mai potuto gareggiare. In precedenza, le linee guida del CIO affermavano che le donne trans dovevano avere livelli di testosterone inferiori a 10 nanomoli per litro all’anno, per poter competere. Dopo mesi e mesi di polemiche, alimentate anche da una politica transfobica che negli Usa vede Donald Trump e il partito repubblicano in primissima fila, il CIO ha cambiato, limitando enormemente, per non dire del tutto, qualsiasi partecipazione futura di atlete trans alle Olimpiadi. Ma i senatori d’America non si accontentano e vogliono ora approvarre una legge ad hoc.
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