Gay e lesbiche sono arrivati primi: ce lo siamo aggiudicato noi il primo posto per la prima polemica che immancabilmente segue la presentazione dei Big in gara al Festival di Sanremo. Pietra dello scandalo è il brano che canterà Povia, vincitore di due edizioni fa del Festival e che lo scorso anno denunciò la sua presunta eliminazione dalla gara per le simpatie a destra.
La canzone in questione si intitola "Luca era gay", non si sa nient’altro. Ma tanto è bastato per mettere in guardia Arcigay. "Era",
è questo verbo coniugato al passato a far paura. Perché mai un gay dovrebbe diventare qualcos’altro? E che cosa diventerebbe, poi, quel Luca secondo Povia… magari "Eterosessuale"? E quel nome neanche convince: Luca. Luca chi? Di Tolve? Quello che davvero – sostiene lui – "era" gay ed è "guarito" – osanna di virgolette – grazie alle cure riparative di un "dottore" americano? E allora se due più due fa ancora quattro, quel titolo è bastato a scatenare le fantasie e a mettere in guardia Arcigay da un testo presumibilmente omofobo. Per non parlare di certe frasi amene pronunciate da Povia sull’omosessualità come questa: «Anche io ho avuto una fase gay: è durata sette mesi, poi l’ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposatì».
Da qui la minaccia di organizzare un boicottaggio è breve, e la
costituzione di un gruppo su Facebook anche. Duecento membri in poche ore per il gruppo "Non lasciamo che Povia canti di ex-gay a Sanremo", al quale continuano ad arrivare molte adesioni. Formiamo un grande gruppo, e reagiamo compatti contro la Rai e chi di dovere, non si puo’ nel 2008 arrivare su un palcoscenico nazionale a sostenere che gay e lesbiche sono malati, sbagliati o immaturi", si legge sulla homepage del gruppo appena nato, dove è possibile anche reperire l’indirizzo da utilizzare per protestare contro la Rai e le indicazioni per dare voce alla protesta, chiedendo ”direttamente la sospensione del Festival” targato Bonolis.
«La protesta (quella vera, non quella virtuale, ndr) sarebbe durissima, rumorosa ed organizzata» dice il presidente dell’associazione Aurelio Mancuso. «Siamo i primi a combattere per il diritto alla libera espressione – prosegue Mancuso -, ma altra cosa è avvallare posizioni omofobe, che tra l’altro alimentano odio e pregiudizio nei confronti delle persone gay e lesbiche».
«Già da questa mattina, è iniziato il passa parola in tutta Italia, che
partendo da Facebook si sta ampliando in tutto il web. Non siamo ingenui, sappiamo che esiste una precisa volontà di portare avanti una campagna contro la nostra stessa esistenza e siamo determinati a contrastarla in tutti i modi. Attendiamo, quindi, subito delle spiegazioni dalla Rai e da Bonolis, così da poter sapere -conclude Mancuso- se le nostre intuizioni abbiano o no fondamento».
Nulla è certo, dunque, se non un titolo. Ma tanto è bastato per far pubblicità, troppa, a due "ex gay": Povia e Luca.
di Daniele Nardini
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