Neri, che passione!

La diversità del colore della pelle, al di là di pericoli razzisti, è talora motivo di incompatibilità sessuale. In altri casi, non solo non è un problema, ma può diventare un vero e proprio feticcio.

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Quella che segue è una storia eterosessuale. Non ho alcuna intenzione di promuovere l’eterosessualità, so che i peggiori criminali della storia sono nati in famiglie eterosessuali, ma sono convinto pure che molte persone con simili inclinazioni siano in fondo perbene e che le loro relazioni, nonostante numerosi fatti di cronaca lascino pensare il contrario, non possiedano a priori alcuna tara o handicap. E comunque, visto che venerdì a Roma si è svolta una manifestazione contro tutti i razzismi, mi sembrava utile inserire in un contesto di gay e neri anche una vicenda etero, tanto più che si tratta di attrazione fisica, leggibile quindi anche in chiave omosessuale.

Una prolusione così lunga potrebbe lasciar sospettare chissà quale profondità di analisi. Ahimè, è questo un settore per il quale non sono tagliato. Da tempo sono costretto a raschiare il fondo del barile del mio vissuto e spesso, con grande disappunto dei miei detrattori, mi tocca afferrarmi ai racconti degli amici, alle mail dei lettori, a qualche taglio basso scovato su internet. O, come in questo caso, alla passione smodata di una ragazza per gli uomini di colore.

Non parlo di un’ariano-latina compatriota ma di una nordeuropea, peraltro dalle dimensioni esagerate: un metro e ottantadue di altezza, quinta di seno, stacco di coscia rimarcabile e tutta una serie di curve generose. Un esemplare di femmina che non passa inosservato nella tollerante Roma, ormai invasa da eterosessuali. Come certe sue coetanee dalle proporzioni meno vistose, anche questa sorta di androide dal volto umano apprezza gli uomini più alti e imponenti di lei, al cui fianco spera di sentirsi ‘normale’: un’esigenza comune a molte donne ma che a lei crea qualche problemino.

Ecco che allora una vacanza di tre mesi in California, tra spiagge e paesaggi da favola, megafeste in piscina e amicizie sempre nuove, può offrirle anche qualche occasione in più di stanare l’uomo ideale: tra sportivi impegnati in lunghe sessioni di footing o flessioni e addominali in riva al mare, muscolosi canottieri di hiking e gli immancabili biondi surfisti, il ventaglio di proposte è esattamente come ci piace immaginarlo. Un vero e proprio cliché vivente che, anziché criticare, buona parte di noi adotterebbe senza esitazioni, anche a stecche da dieci.

Peccato solo che lei, bianca più delle beltà rinascimentali dei ritratti fiamminghi, abbandonato il nord Europa, abbia conosciuto meglio se stessa, scoprendo di preferire un ulteriore contrasto fisico: quello del colore della pelle. Se a Roma (e in molte grandi città di Italia) ci sono numerose opportunità di incontrare uomini neri assai attraenti (come sanno bene tutti i lettori che non disdegnano il genere), in California è ancora più semplice. Almeno per quanto riguarda l’occhio, a portata di mano c’è un po’ di tutto, basta avere la pazienza di aspettare.

Come infatti è successo alla nostra vichinga, una sera in cui all’improvviso, in stile da commedia di Hollywood (che, in fondo, è lì a uno sputo), è entrato nel locale ‘Lui’: due metri e sette centimetri di spalle, pettorali e addominali, ex giocatore di basket in forma strepitosa e, ciliegina sulla torta, nero più degli sfondi dei ritratti fiamminghi delle beltà rinascimentali. Ecco quindi mettersi in moto l’astuzia femminile, obbligando lui a farsi avanti, ad attaccare bottone, a proporre un nuovo incontro e uno scambio di contatti. Cosa non difficile da ottenere per una bella cavallona che, agli occhi di un gigante di quelle proporzioni, finisce per sembrare una donna ‘normale’.

Un centro pieno cui pare siano seguite anche interessanti affinità caratteriali, proprio in una parte del mondo in cui molti tendono a recitare e a nascondere i veri sentimenti, inseguendo esclusivamente la fama, sia essa sportiva o cinematografica. Un’eccezione, quindi, in cui l’estetica ancora una volta ha funto ottimamente da molla. Non sempre è così e non occorra che lo sia (ma non guasta) per essere felici del successo, di quella scintilla improvvisa, magico istante in cui due corpi hanno incrociato le loro strade e i loro occhi. Come questi due, provenienti da opposti angoli del mondo e di opposti colori di pelle. In comune solo una stazza fuori dal normale e una ormai pure quasi normale eterosessualità.

Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.

Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.

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di Flavio Mazzini

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