La coppia gay di SuperG diventa omofoba nel cinepanettone “Un Natale Stupefacente”
Vi ricordate Super Cane e Super Cicala, la coppia di supereroi coatti della spassosa web serie di Flop Tv “Super G”? Ecco, ritroviamo gli attori che li interpretavano, Francesco Montanari e Riccardo De Filippis, ancora in un ruolo gay ma completamente diverso: sono due assistenti sociali omosessuali ma omofobi, “tratteggiati con ironia e delicatezza” secondo Chiara Ugolini di Repubblica, nel trentunesimo cinepanettone targato De Laurentiis, “Un Natale Stupefacente” di Volfango De Biasi. Sono loro ad avere dei dubbi sull’affidamento agli zii (i comici Lillo e Greg) di un bimbo, i cui genitori vengono ingiustamente arrestati per spaccio di marijuana, che nel test psicologico delle macchie di Rorschach, disegna inequivocabili membri maschili.
La critica l’ha accolto in maniera piuttosto benevola, evidenziandone la mancanza di volgarità. Nel cast anche Ambra Angiolini e Paola Minaccioni. Magari non sarà stupefacente ma almeno non stupido…
Gone Girl, il sopravvalutato thriller spiraliforme di Fincher ha problemi di plausibilità
Campione al botteghino con oltre 165 milioni di dollari d’incasso negli USA, l’atteso “Gone Girl” di David Fincher è un sopravvalutato thriller spiraliforme tratto dall’omonimo, fortunato romanzo di Gillian Flynn. L’improvvisa scomparsa dell’ex scrittrice di successo Amy Dunne (Rosamund Pike), del cui omicidio viene accusato il marito Nick (Ben Affleck), gioca sull’accumulo di situazioni a effetto, in particolare sulla cinica invadenza dei media, più che costruire atmosfera e tensione, nello stile di “The Game”, ma con un eccesso di non plausibilità e dialoghi spesso inascoltabili in sospetto di misoginia. L’attore gay Neil Patrick Harris interpreta un ex di Amy a cui tocca una già celebre scena di sesso etero-pulp dalle parti di “Basic Instinct”. Merita una visione ma non aspettatevi il capolavoro che qualcuno decanta.
Jimmy’s Hall, il contestato dancing irlandese anni ‘30 nell’onesto dramma di Ken Loach
E intanto Ken Loach non sbaglia un film. Il caro vecchio regista inglese operaista è sempre una garanzia. Anche questo suo nuovo “Jimmy’s Hall”, pur senza raggiungere particolari vette espressive, resta un buon e onesto film in costume sulla storia d’Irlanda già protagonista della sua Palma d’Oro nel 2006, “Il vento che accarezza l’erba”. Nel marzo del 1932, in piena Depressione, Jimmy Gralton (Barry Ward) torna nella contea di Leitrim dopo aver lavorato dieci anni negli Stati Uniti e decide di riaprire il dancing che aveva costruito insieme ad alcuni amici, dove si poteva ballare e seguire corsi di arte e letteratura, pugilato e musica. Ma l’ira del parroco locale, Padre Sheridan (Jim Norton), non si fa attendere. Classico, amabile, ben recitato (Barry Ward ha un carisma magnetico che funziona), inevitabilmente prevedibile.
Il ragazzo invisibile, teen fantasy di Salvatores ambientato a Trieste
Per i più giovani, ma non solo, ecco il nuovo lavoro di Gabriele Salvatores su un tredicenne che, dopo aver acquistato un costume di carnevale in un negozio di cinesi, scopre di avere il superpotere dell’invisibilità. Così il vessato Michele (Ludovico Girardello), figlio della poliziotta Giovanna (Valeria Golino) e orfano di padre, vittima di bulli a scuola e ignorato dalla ragazzina che gli piace, Stella (Noa Zatta) cercherà di sfruttare la nuova dote che gli deriva dalla discendenza di una stirpe di ‘Speciali’ sulle cui tracce c’è gente assai pericolosa… Ambientato a Trieste, conferma la tendenza di Salvatores a specializzarsi nel cinema di genere con particolare attenzione nei confronti delle tematiche adolescenziali.
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