Presepe gay: Mellano chiede scusa, Poretti no

L’intento dell’iniziativa dei radicali non era di offendere nessuno, ma di stimolare il mondo politico a legiferare sulle coppie di fatto. I due onorevoli reagiscono diversamente dopo il richiamo.

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ROMA – Aveva scatenato un putiferio, anche esagerato, di polemiche la provocazione di due deputati della Rosa nel Pugno, che avevano messo all’interno del presepe allestito nell’atrio di Palazzo Montecitorio due coppie di bambolotti inneggianti ai Pacs e ai diritti al matrimonio civile anche per le coppie dello stesso sesso. Oggi l’onorevole Bruno Mellano ha voluto porgere le proprie scuse a tutti coloro i quali si sono sentiti offesi (per motivi religiosi) dal gesto, scrivendo una lettera al presidente della Camera Fausto Bertinotti nella quale si scusa dei modi ma non certo delle finalità dell’iniziativa.
“Caro Presidente – scrive Mellano – Le scrivo oggi dopo aver ricevuto il Suo richiamo formale con il quale deplorava vivamente l’episodio che ha riguardato me e la collega Poretti, aver ascoltato gli interventi dei colleghi che si sono espressi e lette le agenzie e le e-mail di protesta ricevute. In seguito alla mia richiesta di scuse, pronunciata ieri durante una riunione del Comitato Nazionale del mio partito, e rivolta a tutti coloro, credenti e non, che si sono sentiti offesi nella loro religiosità e nel loro credo, presento anche a Lei, Presidente di tutti i deputati, la mia richiesta di scuse per il gesto inscenato, ritenuto da alcuni blasfemo e sacrilego. Questo ovviamente non significa sconfessare la battaglia politica che quel giorno intendevamo portare all’attenzione delle istituzioni e dei cittadini: ovvero la necessità che il Parlamento legiferi al più presto estendendo diritti e doveri anche alle cosiddette coppie di fatto. Quanto accaduto a seguito del mio gesto, mi creda, è stato per me fonte di sincero dispiacere.” Mellano conclude la lettera ringraziando per l’attenzione e facendo gli auguri per un felice anno nuovo.
Nessuna retromarcia invece da parte della collega Donatella Poretti che dice di rispettare, senza condividerla, la scelta del collega Mellano di pentimento e di scuse: “colgo l’occasione – dice la deputata della Rosa nel Pugno – per rivendicare l’iniziativa come politica e non come un’offesa. Se si decide di esporre un simbolo religioso, per quanto di diffusione popolare come il presepe, in una istituzione non-confessionale come il Parlamento, la sua politicizzazione non deve stupire. Per evitarlo sarebbe bastato, per chi lo desiderava, andare a vederselo in Chiesa. È bene ricordare che alcuni, nel nome di ciò che il presepe rappresenta, negano diritti fondamentali a persone per il loro orientamento sessuale: per questo ho sentito il dovere civico di intervenire, sì che si sapesse ovunque – in Italia e nel mondo- come le nostre leggi discriminano. Le sguaiate e anche violente reazioni che sono seguite, mi hanno ancor più convinta dell’opportunità dell’iniziativa. Nel nome del dialogo e del rispetto tra credenti e non, spesso si decide di non confrontarsi sui temi cosiddetti “sensibili”. Finisce così che a non esser rispettati sono quei cittadini che chiedono alla politica di intervenire. Cos’è più offensiva: la mia iniziativa o la discriminazione per milioni di cittadini? Mi auguro – continua l’onorevole Poretti – che la solerzia della Presidenza della Camera che ci ha inviato una lettera di richiamo formale per questa iniziativa politica, ci sia anche nei confronti dell’on. Maurizio Gasparri che, urlando ripetutamente “deficiente” ed altro, mi ha aggredita in Transatlantico, dando sfoggio della sua cultura politica e della poca educazione. Non vorrei che la difesa dei ‘valori cristiani’ attraverso la violenza e l’intimidazione trovasse spazio in Parlamento. Qui davvero potremmo parlare della profanazione delle istituzioni democratiche.” (Roberto Taddeucci)

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