Un copione ben collaudato, già sentito in diversi casi di cronaca simili nell’era delle app di dating.
Questa volta, il focus è su tre cittadini nigeriani richiedenti asilo attualmente sotto processo, accusati di sequestro di persona finalizzato all’estorsione, rapina e lesioni, tutti perpetrati ai danni di uomini gay del teramano conosciuti tramite l’applicazione Grindr.
La metodologia adottata dagli imputati si basava su un inganno iniziale: per attirare le vittime, i criminali promettevano incontri sessuali non a pagamento e discrezione.
Una volta instaurato il contatto, le vittime – per ora sono quattro quelle accertate – venivano condotte in luoghi isolati dove, anziché l’incontro promesso, si trovavano ad affrontare minacce e violenze con l’obiettivo di estorcere denaro, con somme che variavano dai 100 ai 400 euro.
Nel caso in cui le vittime non fossero state in grado di fornire immediatamente la somma richiesta, erano costrette a recarsi al bancomat più vicino per prelevare il denaro, sempre sotto minaccia.
Le indagini, partite a febbraio dell’anno precedente, hanno portato all’arresto dei tre uomini: due sono stati fermati nella zona di Teramo, mentre il terzo a Milano. A seguito delle prime fasi processuali, la competenza sul caso è stata trasferita alla Procura distrettuale.
La procedura ha visto la firma delle ordinanze di custodia cautelare da parte del gip dell’Aquila, sancendo formalmente il trasferimento della giurisdizione alla Corte d’assise.
Durante la nuova udienza, sono stati presentati i primi testimoni dell’accusa. Nonostante le gravi accuse, tutti e tre gli imputati negano ogni responsabilità, mentre nessuna delle vittime ha scelto di costituirsi parte civile.
Le sextortion in crescita
Il fenomeno delle truffe amorose e delle estorsioni, comprese quelle sessuali, è in netta crescita, ed interessa un ampio spettro di vittime, inclusa la comunità LGBTQIA+ che utilizza app di dating come Grindr, Badoo, Taimi o Tinder.
Truffe così diffuse da avere oggi anche un nome, “sextortion“, e che vedono i criminali avvicinarsi alle vittime in rete, fingendo interesse con l’obiettivo di estorcere denaro da subito o filmare i rapporti sessuali per avere materiale con cui ricattare le vittime in seguito.
Nel corso del 2021, si è registrato un incremento vertiginoso, con un aumento del 118% in confronto al 2020, anno che aveva già evidenziato una forte crescita in termini di casi segnalati. Proseguendo questa tendenza, i primi sette mesi del 2022 hanno visto un ulteriore incremento delle denunce di truffe amorose, con un aumento del 39% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Sorprendentemente, cala anche l’età del target per le “sextortion”: non più solo uomini di mezza età o anziani, ma anche giovani e giovanissimi, attirati dalla prospettiva di incontri occasionali discreti.
Gli autori di questi raggiri sono solitamente organizzati in reti criminali che operano su più livelli, talvolta utilizzando l’identità di persone ignare rubate dai profili social per essere più convincenti.
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