MILANO – Chi sabato scorso è andato a ballare alla "Nuova Idea" potrebbe aver assistito all’ultima serata dello storico e amatissimo locale, quantomeno nella sede che tutti conoscono. Dopo una lunga battaglia legale, siamo infatti alla stretta finale sulle sorti di uno dei luoghi più straordinari della Milano gay, lesbica e trans. "La Nuova Idea", per chi non la conoscesse, oltre a essere il più antico locale gay della città (o forse d’Italia? Se lo sapete, ditecelo!) è anche un esempio unico nel suo genere: da un lato discoteca, dall’altro vera e propria balera con tanto di orchestra di liscio. Qualcosa di assolutamente anomalo, un prezioso squarcio di puro Almodovar nel cuore del quartiere Isola: nonne che ballano con transessuali, coppie gay e lesbiche che volteggiano tra polke e valzer come veri professionisti, accanto a giovani, anziani, stranieri, senza confini di genere, età, orientamento sessuale o estrazione sociale (tra i vari avvistamenti, quello dello stilista Tom Ford).
Sebbene l’ultimissima parola non sia ancora detta, il locale si avvia verso una demolizione quasi certa. La zona in cui sorge, all’incrocio tra via De Castilia e via Melchiorre Gioia, è infatti al centro di una gigantesca opera di riqualificazione urbana, il discusso progetto Garibaldi-Repubblica. Al posto del locale dovrebbe sorgere una strada, anche se – non si sa bene perché – l’edificio subito adiacente verrà risparmiato. “Con la ‘Nuova Idea’ se ne vanno oltre trent’anni di storia della comunità gaylesbica di Milano – ci spiega sconsolato Rosario Zanone, uno dei gestori – oltre che la nostra casa.” Il locale ha infatti sede in una cascina del Settecento, che ospita anche l’abitazione del proprietario dei muri, l’ingegner Augusto Villa. “Per noi è un danno enorme – prosegue Zanone – Non pensavamo che accelerassero tanto. Abbiamo già tutta la stagione programmata, e non sappiamo che fare. Se è proprio indispensabile occupare questo spazio, perché allora non ci offrono una sede alternativa?” Gli chiedo che cosa pensano di fare nell’immediato: “La ‘Nuova Idea’ non morirà. Stiamo avendo contatti con una serie di locali. Il progetto sarebbe quello di spostarci per 3 o 4 mesi, con una specie di ‘tour’, intanto che cerchiamo una sede fissa."
La questione legale è abbastanza complicata. Proviamo a riassumerla: un anno fa il Comune notifica l’esproprio al proprietario dell’edificio. Quest’ultimo fa ricorso al Tar, che per due volte nega la sospensione del provvedimento, e fissa l’udienza di merito (in cui cioè verrà emanata una sentenza definitiva) a novembre. Nel frattempo, gli avvocati della proprietà fanno appello presso il Consiglio di Stato, affinché venga discussa la legittimità delle sospensioni negate. La camera di consiglio viene fissata per il 9 ottobre, vale a dire venerdì prossimo. Senza attenderne il parere, l’amministrazione si presenta alla “Nuova Idea” già lunedì 28 settembre, allo scopo di occupare i locali e procedere alle demolizione. I gestori chiedono un po’ più di tempo per organizzarsi, e l’appuntamento viene rimandato a mercoledì 7 ottobre, ovvero dopodomani. “L’amministrazione teme che il Consiglio di Stato possa sospendere l’esproprio, e vuole sottrarsi al vaglio della giustizia amministrativa – ci spiega Matteo Salvi, avvocato dell’immobiliare “Romagnina”, proprietaria dell’immobile in cui esercita la discoteca – A mio avviso il loro è un colpo di mano, nonché una violazione dell’articolo 97 della Costituzione, ovvero il principio di buon funzionamento della pubblica amministrazione. Chiariamoci: sono legittimati a immettersi nel possesso per via dei ricorsi respinti dal Tar, ma visto che c’è un’udienza fissata tra quattro giorni, avrebbero dovuto desistere e attendere serenamente la decisione del massimo giudice amministrativo.” E se poi, una volta demolita la proprietà, il giudice dovesse dar loro torto? “Accettano di correre questo rischio. Nel caso, si limiteranno a pagare i danni. A spese dei cittadini.”
Nel cortile della discoteca oggi pomeriggio c’è anche il consigliere comunale Milly Moratti, venuta a constatare di persona la situazione: “Un tempo questa zona era la mappatura di tante diversità della città – ci dice – e quindi una grande ricchezza. Spiace ora vederla in mano a gente che forse a Milano il cuore non ce l’ha mai messo. ‘La Nuova Idea’ non è solo un edificio, ma una funzione storicamente consolidata, che lascerà quindi la città orfana di un pezzo importante. Proverò a parlarne oggi stesso in consiglio comunale.” Noi siamo assolutamente d’accordo con lei, e anzi: invitiamo la comunità gay, lesbica e trans milanese a presenziare mercoledì mattina, a partire dalle 8, in via De Castilia 30. Intorno a quell’ora dovrebbe arrivare la forza pubblica per dare inizio all’occupazione, e ci sarà anche la stampa. Facciamogli capire che cosa ci stanno portando via.
di Matteo Colombo
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