In diciannove contro cinque, tra le vittime, due ragazze. È successo a Milano, nella notte del tra il 18 e il 19 novembre, quando una comitiva di amicǝ si apprestava a tornare a casa dopo una festa.
“Siamo vivi per miracolo”: il racconto è quello di Massimo Manzi, 26 anni, napoletano trasferitosi al nord per lavoro. Insieme ad altrǝ quattro amicǝ – in trasferta a Milano per festeggiare un compleanno – si era trovato a vagare in zona Primaticcio alla ricerca di un taxi.
Ne passano pochi, quindi una guardia di sicurezza consiglia loro di recarsi in Via Gola, dove solitamente c’è più traffico.
Durante il tragitto, una delle vittime prova a mettersi in contatto con un radiotaxi senza successo, le app non funzionano. Insomma, le classiche rotture di scatole post serata, che costringono lǝ quattro a fermarsi e raccogliere le idee alla fermata dell’autobus in angolo via Segantini.
Si battono i denti, lǝ festanti sono stanchǝ, e nessun taxi all’orizzonte, quando un ragazzino sbuca da un vicolo e comincia a schernire uno dei ragazzi con insulti omofobi.
“Sei trans? Sei gay? Vergognati”, e nel mentre inizia a schiaffeggiarlo in testa, sempre più forte. Massimo interviene per placare gli animi.
Ma ben presto, cominciano a spuntare altri complici: uno, due, cinque, dieci, le vittime ne contano diciannove. Una maxi baby gang tra minorenni, adolescenti e giovani adulti. Armati di coltelli.
La gang intima alle vittime di cedere i propri effetti personali, vogliono i soldi, minacciano, molestano le ragazze, ma la vittima preferita rimane la prima, che continua a subire linguaggio d’odio e spintoni.
Per fortuna, una delle ragazze riesce a defilarsi e a chiedere aiuto. E da lì, l’intervento di un tassista, che – abbassando il finestrino – sottolinea che la telecamera del taxi sta registrando tutto l’accaduto. Lǝ cinque amicǝ riescono a salire in macchina, ma manca una borsa.
Corrado, tassista notturno ed eroe della situazione, si getta all’inseguimento in auto di uno dei ragazzi della gang: lo vede con la borsa in mano.
“Poi la butta — racconta —. Nel frattempo la gang si è ricongiunta a gente più adulta, probabilmente i padroni della piazza di spaccio che ‘puniscono’ i più giovani per l’agguato. Forse temono l’arrivo della polizia e uno dei ‘grandi’ riconsegna la borsa”.
La serata si conclude con una denuncia alla Questura per rapina pluriaggravata.
“La notte sta diventando pericolosa e impossibile, la città è violenta — spiega Corrado — Io eroe? Siamo padri di famiglia, lavoratori, e se vediamo qualcuno in difficoltà interveniamo, anche caricando ragazzi senza soldi in cerca di un passaggio”.
Intanto, lǝ amicǝ di Massimo hanno dichiarato che non faranno mai più ritorno a Milano, ma ringraziano il loro salvatore: “Senza di lui, sarebbe finita male”.
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