Vandali all’assalto dell’Università di Siena, con indecenti scritte che ne hanno imbrattato un ufficio e in particolar modo la postazione di lavoro di una dipendente.
“Fuori la CGIL”, “Lesbica attenta”, “Fuori i Fr*ci”, si legge sui muri dell’ateneo nato 782 anni or sono. Un atto intimidatorio e omofobo di chiaro stampo fascista ad opera di sconosciuti che sono riusciti ad entrare fin dentro il rettorato.
“Abbiamo già denunciato il fatto alla polizia, con gli uomini della Digos che hanno compiuto i primi sopralluoghi e hanno avviato le indagini”, ha tuonato il rettore Francesco Frati. “La condanna nei confronti di un atto ingiurioso che offende l’ateneo, la comunità accademica e la libertà dell’insegnare, sarà unanime. Non perdo tempo a cercare di spiegare la genesi dell’atto, a studiare la psicologia di qualche imbecille. Con quelle scritte fasciste, omofobe e antisindacali, i vandali hanno colpito tutti”.
Immediata anche l’indignazione politica. “Un grave episodio di vandalismo e intolleranza all’Università di Siena, da condannare con forza”, ha commentato Enrico Letta, segretario Pd. “Esprimo solidarietà alla Cgil e l’auspicio che vengano individuati i colpevoli”.
“Un gesto inaccettabile e vigliacco che condanniamo fermamente e su cui ci auguriamo sia fatta chiarezza al più presto”, ha commentato presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Quanto accaduto è un episodio gravissimo, in Toscana non c’è e non ci sarà mai spazio per rigurgiti nazifascisti, omofobia, violenza e discriminazioni”, ha proseguito l’assessora a lavoro, Università e ricerca Alessandra Nardini.
“Gravissimo atto intimidatorio”, ha rimarcato Arcigay. “Nessuna persona dovrebbe vivere nella paura di essere aggredita. La città risponda mobilitandosi tutta”.
“Un’intimidazione fascista e sessista nei confronti di una lavoratrice che ci riporta indietro agli anni più bui della storia d’Italia, quando la libera espressione e la democrazia erano vietate“, hanno sottolineato CGIL e FLC CGIL Siena. “E lo si fa in uno dei due soli modi che i fascisti conoscono: lo squadrismo dieci contro uno o nel buio della notte. Quello che è accaduto al Rettorato, in un ufficio pubblico, non solo è una vile minaccia alla libera espressione democratica delle lavoratrici e dei lavoratori ed un grave attacco alla CGIL e all’impegno di chi la rappresenta nella RSU d’Ateneo, ma è soprattutto un atto di inaudita violenza verso una compagna impegnata in prima persona nel sindacato e nell’associazionismo in nome dei più alti valori sociali e contro le discriminazioni di genere e di razza. L’Università degli Studi di Siena è democratica ed antifascista, non accettiamo minacce né intimidazioni: fuori i fascisti dall’Ateneo senese e dalla nostra città!”.
Duro anche il sindaco Luigi De Mossi “Condanno nel modo più fermo l’insopportabile aggressione estremista registrata all’Università di Siena. È sempre una pagina nera per la nostra società quando un violento agisce nell’ombra per attaccare un’altra persona, sotto il profilo delle sue convinzioni politiche e culturali o del suo orientamento sessuale. La mia solidarietà alla dipendente e all’Università tutta, assieme all’auspicio che le indagini possano presto portare all’individuazione dei responsabili”.
Adesso bisognerà rintracciare i vandali, con la Digos già all’opera. Se nell’ufficio devastato non ci sono telecamere, la sorveglianza è invece attiva negli spazi comuni e nel cortile. Proprio a quelle immagini si affidano ora gli investigatori, in modo da riuscire a trovare i colpevoli di cotanto scempio.
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