Roma non è di certo la prima meta friendly europea: nonostante la città offra una vasta scena LGBT oriented, tra gay street, associazioni e locali ben noti alla comunità, tra le sue storiche e stratificate cinte murarie ospita la casa della Cristianità, lo Stato del Vaticano, sicuramente non il primo posto dove un gay penserebbe di andare a divertirsi (almeno non alla luce del sole).
Non tutti immaginano però che tracce di una omosessualità rifiutata, nascosta e condannata attraversino i corridoi e le mura affrescate di molti edifici cristiani: in primis i Musei Vaticani. È per questo che da più di un anno un tour operator LGBT, Quiiky, ha deciso di intraprendere il cammino delle strade della fede in una prospettiva piuttosto arcobaleno: “The Untold History” racconta molte cose che il Vaticano non vorrebbe che si sapessero in giro. Ne hanno parlato in tanti, perfino il New York Times. Cosa nasconderà questo percorso? E soprattutto, è davvero possibile effettuarlo sulla base di certezze storiche e artistiche?
La presunta apertura sul tema, quantomeno di propaganda mediatica ma non meglio individuata, dell’attuale Papa Francesco, avrebbe dato l’idea al CEO dell’azienda, Alessio Virgili, di iniziare questo percorso. “Questa ‘apertura’ sta influenzando il turismo LGBT a Roma, tanto che abbiamo registrato un aumento del 100% nell’ultimo anno“, afferma il direttore. Ma cosa prevede e come è strutturato un tour del genere?
Innanzitutto, c’è da specificarlo, non c’è nessun tipo di approvazione del Vaticano. Non che questa sia richiesta: “Viviamo in una nazione dove esiste la libertà di parola e quello che diciamo ha delle fondamenta. I tour artistici all’interno del Vaticano non hanno bisogno di approvazione”, ribadisce Virgili. In effetti l’idea suona strana: è come se un gruppo di topolini se ne andasse in giro a visitare un gattile. Ma finora i gatti son rimasti quieti: “Non abbiamo ricevuto alcun tipo di lamentela da parte della Chiesa finora“.
Uno dei punti salienti trattati dalle guide del tour è l’omosessualità di Michelangelo. Ci sono delle evidenze storiche che proverebbero il fatto che fosse gay: la studiosa d’arte Elena Lazzarini afferma che i corpi rappresentati nel Giudizio Universale fossero stati ispirati da omosessuali e prostitute che Michelangelo aveva incontrato nelle ‘stufe’, una bagno turco simile a un bordello: “Una stufa aveva molte stanze dove ci si spogliava e si facevano bagni caldi o massaggi. E poi c’ erano le stanza appartate, luoghi di promiscuità e prostituzione femminile e maschile. I personaggi che vanno all’Inferno e che salgono in Paradiso si ispirano ai manovali muscolosi e virili che Michelangelo aveva visto lì“. Molti storici sono in disaccordo con questa tesi – soprattutto i più conservatori – ma la maggior parte concorda sulla questione: egli ebbe numerosi amanti, sia uomini che donne.
Un altro aspetto è quello di San Sebastiano, considerato da alcuni “il patrono dei gay”. L’associazione esistente tra San Sebastiano e l’omosessualità è recente e la sua origine si può forse rimandare all’opera di Debussy Le martyre de Saint Sébastien (1911), nella quale il nostro santo viene definito come “favorito” degli imperatori Diocleziano e Massimiano (sec. III d.C.) e viene trattato mescolando componenti sacre e profane. Le fonti storiche veramente degne di nota sulla vita di Sebastiano si possono ridurre a due, e da esse non risulta nessun legame con l’omosessualità. Già nel Rinascimento però San Sebastiano è spesso, per non dire quasi sempre, rappresentato come un giovane mezzo nudo. La possibilità di descrivere liberamente il martire come un giovane efebico e bellissimo, che spogliato subisce il martirio incrementa il numero dei suoi quadri e delle sue sculture. Gli artisti vengono così sollecitati a cimentarsi nella trattazione di questo nudo che trasforma il santo nel corrispettivo cristiano di eroi e divinità dalla bellezza esaltata dell’antichità greca e romana (Apollo o Adone ad esempio): da qui all’identificazione con il mondo omosessuale il passo è breve. Come anche breve è il passo per cui il nostro santo, recentemente, è stato sottoposto a riletture in chiave leather, nelle particolari caratterizzazioni fetish o bondage: anche gli artisti francesi Pierre et Gilles lo hanno più volte rappresentato in questa maniera.
Ma le curiosità più interessanti trattate dal tour sono quelle relative alla Cappella Sistina. Nella parte alta, sulla destra del celeberrimo Giudizio Universale si scorgono figure maschili virulente intente a baciarsi: alcuni storici dell’arte hanno visto in queste rappresentazioni alcuni presunti amanti dell’artista e sono stati fatti i nomi di Cecchino dei Bracci, Gherardo Perini e Tommaso Cavalieri. “Le nostre guide mostrano i due uomini in alto a destra che si abbracciano e baciano per celebrare l’ascensione al Paradiso. Nell’antica Grecia e nell’antica Roma l’omosessualità era praticata apertamente. Tramite studi approfonditi, con storici e critici, sappiamo che succedeva anche nel Rinascimento, così abbiamo deciso di rivelare quegli aspetti che vengono omessi nelle visite tradizionali. Per capire gli artisti, bisogna studiare la loro vita privata. Ad esempio Michelangelo era un cattolico devoto ma era anche omosessuale, tormentato dal senso di colpa e da conflitti interiori“, afferma Virgili.
È un dato interessante che questo tipo di turismo sia in costante aumento, anche tra gli stranieri (che sono oltre tremila l’anno): i Papi potranno pur continuare ad affermare di aver sconfitto fantomatiche “lobby gay” (vedi Ratzinger > >), ma di certo non potranno cancellare i messaggi criptici e progressisti che si nascondono nell’immane patrimonio artistico della nostra civiltà italiana.
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La cosa più divertente su questo tema è la storia del web nel vaticano ai tempi incui non c'era il mobile. Venne fuori usando la rete fissa un traffico tracciato verso siti gay compreso questo che è storico e che ospitava una della chat gay più popolari. A questo punto decisero nella santa sede.di usare provider stranieri e che coprissero il traffico. Comunque il turismo gay è sempre stato presente in Vaticano e nelle basiliche romane ho sempre incontrato coppie gay che spesso hanno interessi culturali e artistici. Inoltre spesso da sacerdote ho ricevuto in Vaticano e a Roma tentativi di approccio. Quindi non è che con Papa Francesco sia cambiato molto anche perché non c'è stata nessuna apertura verso i gay che sono condannati in quanto peccatori in stato di peccato mortale. Prego leggere il catechismo e informarsi sulla morale della Chiesa.