“Se noi mettiamo insieme il nostro lavorare nel quotidiano, nel piccolo, se lo mettiamo in rete, probabilmente riusciamo veramente a cambiare la storia”.
In una lunga intervista a Gay.it di quasi vent’anni fa, Don Vitaliano della Sala aveva riassunto così il proprio personale percorso ecclesiastico. In controtendenza, guidato solo dal proprio giudizio e dalla propria morale, il prete era diventato – nei primi anni 2000 – un caso mediatico per aver sfidato la Chiesa in un periodo di transizione dal papato di Wojtyla a quello di Ratzinger.
Ammonito per aver partecipato a un Pride, sospeso per sei mesi dal proprio incarico a causa della sua vicinanza al movimento No Global per poi essere reintegrato a capo della parrocchia del suo paesino, oggi torna a far parlare di sé con un’altra provocazione.
Quest’anno, il presepe della chiesa dei santi Pietro e Paolo a Capocastello di Mercogliano, in provincia di Avellino, rappresenterà una famiglia arcobaleno. Al posto di Giuseppe, Maria avrà accanto un angelo e una donna bruna ad aiutarla ad accudire Gesù Bambino.
Non è la prima volta che Don Vitaliano sceglie di dare la propria personale interpretazione al presepe. In risposta all’emergenza migranti, Gesù bambino era stato posizionato su un gommone invece che nella canonica mangiatoia. Nel presepe erano poi comparse scarpette rosse (simbolo della lotta ai femminicidi), e poco dopo, una bandiera della pace.
A modo suo, questo piccolo prete di provincia ha sempre lottato contro la discriminazione verso i gruppi marginalizzati e i rigidi paradigmi che impediscono alla Chiesa Cattolica di accettare pienamente la comunità LGBTQIA+.
In un anno dove il nemico pubblico numero uno sono state le famiglie arcobaleno e a brevissima distanza dall’emanazione della controversa bolla papale in ambito di benedizioni alle coppie omosessuali, il prete ha scelto di esporsi ancora una volta.
“Il disprezzo, anche da parte di settori della Chiesa cattolica nei confronti [della comunità LGBTQIA+] e la loro condanna a prescindere, senza un confronto serio e onesto, è una sorta di pennellata di tenebre che contribuisce a dipingere la notte del nostro tempo – spiega il don – La luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie, colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche“.
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