Da noi intervistata lo scorso maggio, Ariete tra poco più di un mese sarà al Festival di Sanremo, dopo essere letteralmente esplosa tanto in radio quanto in streaming, con un tour sold out e dichiarazioni mai banali, anche dal palco, e posizioni politiche nette contro Giorgia Meloni.
Ospite de La conferenza stampa, nuovo programma di RaiPlay a firma di Giovanni Benincasa, Arianna Del Giaccio, 20enne di Anzio, è tornata a parlare di omofobia e su quanto sia ancora complicato essere omosessuali oggi in Italia.
“Secondo me per prima cosa non bisognerebbe mai reputare difficile semplicemente vivere. È sicuramente difficile farsi capire dagli altri, credo che l’omofobia sia una cosa ben radicata in Italia e per quanto cerchiamo di fare passi avanti penso che essere gay in Italia sia difficile ma non penso che questo debba ostacolare mai qualcuno. Io, da ragazza che è sempre stata praticamente solo con ragazze, sono sempre stata rispettata, però allo stesso tempo penso che per un ragazzo sia molto più difficile e questo problema può partire dal maschilismo, dal patriarcato, ci sono centomila problemi radicati che rendono la sessualità di un ragazzo più difficile in generale rispetto a quella di una ragazza, nella maggior parte dei casi. Ma ormai ci sono così tanti modi di chiedere aiuto che sarebbe veramente stupido privarsi di essere sé stessi pur di piacere a Francesco che gioca a calcetto il venerdì sera”.
Da sempre dichiaratamente lesbica, Ariete passerà a breve dalla cameretta all’Ariston. In pochi mesi la 20enne cantautrice laziale è diventata volto e voce di una generazione, senza subire contraccolpi emotivi.
“Fortunatamente non l’ho accusato perché ho lavorato sempre e solo con persone di cui mi fido, che mi hanno sempre fatto sentire a casa e in famiglia. È stato sicuramente un impatto forte che tuttora non riesco a controllare. Penso che tutti abbiano delle passioni, la mia grande fortuna è stata che la mia passione è riuscita a diventare un lavoro dall’oggi al domani, è stato un allineamento di cose che mi ha portata ad arrivare dove sono ora, che secondo me non sono ancora da nessuna parte, è tutto appena iniziato. Penso che perdere tutto sia la cosa che temi di più. Non è proprio perdere il successo, i soldi, è proprio perdere lo scopo della tua vita: c’è la visione che il cantante o l’artista fa il lavoro dei suoi sogni e sta là a suonare tutto il giorno la chitarra, a cantare, a fare la bella vita e finisce là. Invece, come un direttore di banca che per avere il suo stipendio deve fare mille scartoffie e mille cose, un cantante per guadagnare e vivere bene deve fare tante cose messe insieme, e appena una di queste viene a mancare tu non solo perdi il lavoro, ma perdi il tuo più grande scopo di vita. Io non mi potrei mai immaginare a fare la direttrice di banca, perdere quello che ho si trascinerebbe via anche tutta la motivazione che ho adesso“.
Sul perché di un successo tanto improvviso e travolgente, Ariete si è data una possibile risposta.
“Ho la stessa età delle persone che mi vengono a vedere ai concerti, ho la stessa voglia di saltare, urlare a squarciagola che hanno loro, per quello coinvolgo molto il mio pubblico. Credo che un concerto sia un momento sacrosanto, dal momento in cui le mie canzoni le puoi ascoltare quando ti pare, io mi sento in dovere di doverti dare qualcosa in più. Nel mio piccolo cerco sempre di normalizzare il più possibile il grande distacco che tante volte si immagina ci sia tra artista e ascoltatore”.
Ariete, che ad un proprio concerto ha aiutato una fan a fare coming out con i propri genitori, sarà in gara al Festival di Sanremo da esordiente assoluta con il brano Mare di guai.
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