Tra le grandi uscite di questo Giugno, non potete perdervi Gender: Una storia per Immagini.
La graphic novel scritta da Meg-John Barker & Jules Scheele del 2016 arriva finalmente anche in Italia, con un’eccezionale e attenta traduzione di Rita Brancato, Lorenza Entilli, Aurelio Castro. In 192 pagine, il libro cerca di divulgare e sensibilizzare attraverso illustrazioni e sketch tematiche delicate come il binarismo di genere, l’identità o l’espressione di genere, le varie sfumature della sessualità e i ruoli prefissati all’interno della nostra società.
Più che adattarsi a qualche definizione rapida, il libro di Barker e Scheel riesce nella rara impresa di non rendere troppo complessi i suoi concetti e al contempo nemmeno appiattirli, facilitati dalle accattivanti immagini d’accompagnamento che rendono la lettura scorrevole e coinvolgente: più che limitarsi alla semplice definizione, Gender analizza il genere da più angolazioni – sia dall’aspetto internazionale in relazione alla razza, la classe, l’etnia, la generazione, e il contesto – ripercorrendo l’evoluzione dello stesso concetto dal passato, dalle rivoluzioni agricole del 10.000 e il 2000 a.C ai titoli nobiliari dopo il 3000 a.C. La storia del genere si interseca con quella del colonialismo e del capitalismo, per poi passare attraverso le varie ondate femministe, passando per punti di vista e angolazioni diverse nella storia. Il testo non manca di delineare con chiarezza e precisione concetti – per alcuni forse ovvi, ma per altri ancora estremamente confusi – come la differenza tra sesso e genere, l’intersessualità, le varie sfumature della mascolinità o della femminilità, l’eteronormativa, e molto altro.
Brancato, Entilli, e Castro, hanno anche chiarito i doverosi e saggi cambiamenti nella trasposizione italiana: dalla decisione di affidarsi alla schwa, in modo da distaccarsi dal maschile universale e lasciare spazio e rappresentazione per ogni identità, binaria e non: “Potreste aver sentito dire, quando si parla dello schwa, frasi come “il neutro è per le cose” scrivono nella prefazione “Vogliamo ricordare, in tale proposito, che la questione riguarda l’abbattere il binarismo di genere nel linguaggio, e che esistono persone non binarie per cui si usa il genere neutro, persone alle quali è doveroso dare la dignità di riferirsi loro con un genere appropriato, e non con il maschile sovraesteso”. Tra le varie modifiche, il team chiarisce anche di non aver tradotto la parola “dyke” – termine anglofono per riferirsi in maniera dispregiativa alle persone lesbiche, e il termine “people of color” per riferirsi a persone non bianche in senso più esteso e tutti quei gruppi sociali che vengono razzializzati.
“È interessante notare come chi si oppone politicamente al parlare di genere abbia deciso di inglesizzare il termine in “gender” per renderlo volutamente alieno dal nostro contesto nazionale” concludono nella prefazione Quando, invece, il genere e l’identità di genere sono concetti indissolubilmente legati a noi, alle nostre relazioni e alle nostre identità, come ci auguriamo scoprirete in questo volume.”
Gender è disponibile in tutte le librerie e piattaforme.
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