Una sonora bocciaura per Matteo Salvini, vice-premier nonché Ministro dell’Interno che aveva chiesto l’immediata modifica nei moduli per il rilascio del documento elettronico per i minori.
Ebbene il Garante della Privacy ha bocciato la sostituzione dell’indicazione “genitore 1 e 2” con quella di “padre” e “madre” nei moduli per il rilascio della carta d’identità. Due mesi fa Salvini aveva richiesto il parere del Garante, con l’Authority presieduta da Antonello Soro che si è ora pronunciata in modo negativo, rilevando tutta una serie di criticità.
“La modifica è suscettibile di introdurre profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un minore, è presentata da figure che esercitano la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica ‘padre’ o ‘madre’ . Ciò, in particolare, nel caso in cui sia prevista la richiesta congiunta (l’assenso) di entrambi i genitori del minore (documento valido per l’espatrio)“.
Il rischio, con la sostituzione richiesta da Salvini, è che si dichiarino dati falsi o inesatti, o si forniscano dati di carattere estremamente personale non necessari. Il leader leghista, ovviamente, ha fatto finta di non capire, proseguendo a testa bassa con la sua solita e ormai indifendibile ostinazione, che fa rima con ignoranza: “Noi andiamo avanti, non esiste privacy che neghi il diritto a un bimbo di avere una mamma e un papà”, ha tuonato Salvini, come riportato da LaRepubblica. Luigi Manconi, direttore dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri, si è invece detto pienamente d’accordo con il parere del Garante per la Privacy. “L’Unar chiede al governo di accogliere interamente il parere del Garante per la Privacy nella elaborazione delle modalità tecniche di emissione della carta di identità elettronica”, con un rischio, sottolinea Manconi, di “disparità di trattamento”.
Fa festa Cathy La Torre, attivista LGBT nonché avvocato: “Lo avevo predetto già qualche mese fa: Salvini non può cancellare la dicitura “Genitore” perché essa non esclude mamma o papà ma INCLUDE tutti. Non toglie ma aggiunge! E il parere del Garante della Privacy rende giustizia alla democrazia del nostro Paese e alle famiglie rainbow! Ora, caro Salvini, non sarebbe il caso di occuparsi di cose serie, piuttosto che gettare fumo negli occhi degli elettori, sparando sempre su deboli e diversi?! Comincia a lavorare: è la volta buona!“. Qui, sul sito del Garante, l’intero parere datato 31 ottobre.
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