La Israel Medical Association (IMA) raccoglie al suo interno il 90% dei medici che operano in Israele. Dato il grande numero di soci, è importante la sua decisione nel vietare ai medici il ricorso alle terapie riparative per tentare di curare un paziente omosessuale. Perché in contrasto con gli studi scientifici confermati da ricerche internazionali. Da questo momento, i medici che le eseguiranno verranno radiati dall’IMA.
Le terapie riparative, come noto, si basano sul fatto che l’omosessualità sia vista come una malattia mentale. Come rimedi drastici, alcune terapie prevedono anche l’elettroshock. Mentre altre si basano sull’astinenza, la lettura dei testi sacri e un lavaggio del cervello da parte di omofobi convinti che dall’omosessualità si possa guarire. Queste tecniche possono portare ad attacchi d’ansia, depressione e nei casi più estremi anche al suicidio.
Il divieto alle terapie riparative: serve una legge
Il passo importante dell’IMA nei confronti di queste pratiche è un forte segnale, perché potrebbe smuovere anche la politica ad affrontare il problema, con l’approvazione di una legge ad hoc. Già nel 2016 e nel 2017 due proposte di legge sono state bocciate dal Parlamento, poiché per l’approvazione occorrerebbero i voti favorevoli dei partiti cattolici presenti in aula. Naturalmente, nelle precedenti votazioni questi hanno ostacolato l’approvazione dei testi.
Le associazioni LGBT si stanno impegnando per aiutare i giovani che vorrebbero ricorrere alle terapie riparative per ‘tornare’ etero, facendo capire loro sia che non sono malati, sia che quelle pratiche faranno solo del male. Israele è uno dei pochi Stati a nord a non criminalizzare l’omosessualità e le relazioni tra persone dello stesso sesso, e nonostante la società sia aperta, ci sono ancora dei disagi. In particolare dai Paesi vicini, dove basta poco per essere condannati a morte.
Dove sono vietate le terapie riparative?
Argentina, Brasile, Ecuador, Fiji, Malta, Samoa, Svizzera, Cina, Taiwan, Uruguay e alcune paesi dell’Australia, della Spagna e degli Stati Uniti. Solo questi hanno una legge che vietano categoricamente le terapie riparative. Questo significa che negli altri Paesi è possibile il ricorso, ma solitamente vengono organizzate da associazioni religiose. Sono molti i medici che escludono l’uso di tale pratica.
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