Alla vigilia di Natale il parlamento portoghese ha ufficialmente vietato le cosiddette pratiche di “conversione sessuale” contro le persone LGBT+, criminalizzando gli atti volti ad alterare, limitare o reprimere l’orientamento, l’identità o l’espressione sessuale.
La legge è stata approvata con i voti favorevoli di PS, BE, PCP, PAN, L, IL, mentre PSD e CH hanno votato contro. Nel 2010 il Portogallo è diventato l’ottavo Paese del mondo a riconoscere il matrimonio egualitario. Dal 2016 il diritto portoghese prevede l’adozione anche per le coppie formate da persone dello stesso sesso. 20 anni fa sono entrate in vigore le prime leggi contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale nell’occupazione, mentre nel 2004 il Portogallo è diventato uno dei pochi Paesi al mondo ad inserire in Costituzione il divieto di discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Nel 2013 è stata aggiunta «l’identità di genere» ai crimini d’odio nel codice penale. Nel 2018 il governo ha approvato una nuova legge che ha ampliato i diritti delle persone transgender. Due mesi fa Marina Machete è diventata la prima donna trans a vincere Miss Portogallo, volando così a Miss Universo.
In questo 2023 altri Paesi hanno vietato le pericolosissime terapie di conversione, ovvero Islanda e Spagna, seguendo Grecia, Francia, Israele, Belgio, Messico, Scozia e Canada, che dal 2021 ad oggi le hanno bandite. In Italia, purtroppo, il dibattito politico non ha mai realmente preso forma. Nel 2016 l’ex senatore Lo Giudice aveva avanzato una proposta per rendere la terapia di conversione illegale, ma quest’ultima non è mai arrivata a essere discussa.
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