L’imbarbarimento culturale e linguistico a cui sta andando incontro l’Italia è forse senza precedenti.
Chi dovrebbe rappresentarci, ovvero la classe politica, è spesso lo specchio del Paese più retrogrado e volgare, omofobo e razzista. L’ultima porcata, in tal senso, è arrivata da Bolzano, dalla bocca del consigliere comunale della Lega Kurt Pancheri, che nel corso di una seduta sulle pubblicità discriminatorie da vietare, ha tuonato: . «Nello slogan si diceva “dove c’è famiglia, c’è casa”. In quel caso aveva protestato l’associazione di… quelli lì, come si chiamano… adesso non voglio usare un termine offensivo… l’associazione dei finocchi».
Proteste in aula e non solo, vista la diretta streaming, con il diretto interessato che ha provato così a giustificarsi: «Non avevo alcuna intenzione di offendere e, se si guarda con attenzione, lo dico anche nella registrazione…». «Sono di madrelingua tedesca e non ho mai avuto la percezione che si trattasse di un termine offensivo. Qualche settimana fa Sgarbi spiegava come “finocchio” non fosse un insulto. Lo considero una fonte autorevole. C’è una lobby degli omosessuali che condiziona moltissimi atteggiamenti e non si può mai criticare nulla. Qualche tempo fa presero di mira la pubblicità di una bambola perché stimolava l’istinto materno delle bambine… Io sono per la famiglia tradizionale».
La stessa Lega altoatesina, come riportato dal Corriere della Sera, ha preso le distanze dal suo capogruppo: «Il nostro partito si dissocia nel modo più assoluto da quella che è una convinzione personale del nostro consigliere comunale». «Abbiamo massimo rispetto dell’orientamento sessuale di ciascuno e non accettiamo che si insultino le persone per questo». Peccato che al momento non siano previste sanzioni di alcun tipo, nei confronti del consigliere. Ad attaccare, ovviamente, anche il Pd, per bocca del segretario Alessandro Huber.
«Non è assolutamente accettabile un linguaggio del genere nell’aula del consiglio comunale, oltretutto tra le risate dei colleghi di partito come Kevin Masocco». «Il presidente Baratta si sta adoperando per capire se sia possibile adottare misure disciplinari. Un’istituzione deve reagire in questi casi. Non può considerare normale che nella sua aula principale si utilizzi un linguaggio da caserma. Ciò dimostra che la Lega non è quello che fa vedere in consiglio provinciale. La loro impostazione è intollerante e omofoba. Mi chiedo come faccia la Volkspartei a lavorare con queste persone».
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.