Yemen, 9 uomini condannati a morte tramite “crocifissione e lapidazione” per presunta sodomia

Niku Jafarnia, ricercatore di Human Rights Watch in Yemen e Bahrein, ha definito il processo di massa come un “abominevole disprezzo per lo stato di diritto”.

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Nove uomini sono stati condannati a morte da un tribunale Houthi nello Yemen, in un processo di massa basato su “dubbie” accuse di sodomia.

Gli Huthi sono un gruppo armato in prevalenza sciita zaydita, autodefinitisi Partigiani di Dio o Gioventù credente. I militanti Houthi controllano gran parte del Paese e sono tristemente noti per perseguitare le persone LGBTQIA+ con arresti arbitrari, torture, stupri, minacce e molestie.

Il processo, che solo ora scopriamo essersi svolto il 23 gennaio scorso, ha visto condannati 32 uomini. Nove di loro sono state condannati a morte, per crocifissione e lapidazione, mentre 23 sono stati mandati in prigione fino a 10 anni. Tre di questi uomini sono stati condannati alla fustigazione pubblica.

Niku Jafarnia, ricercatore di Human Rights Watch in Yemen e Bahrein, ha definito il processo di massa come un “abominevole disprezzo per lo stato di diritto”.

“Gli Houthi emettono condanne a morte e sottopongono gli uomini a maltrattamenti pubblici senza una parvenza di giusto processo. Gli Houthi stanno usando queste crudeli misure per distrarre il popolo dal loro fallimentare governo. Per nascondere la loro brutalità, gli Houthi accusano le persone di atti immorali, soprattutto nei confronti di coloro che si oppongono a loro. Gli Houthi dovrebbero immediatamente porre fine all’uso della pena di morte e di altre forme di punizione crudele e degradante e garantire un giusto processo per le persone accusate”.

Human Rights Watch ha esaminato i documenti ufficiali di accusa contro gli uomini emessi dal tribunale Houthi, nonché i video dei procedimenti giudiziari pubblicati sui social media e ha intervistato un avvocato a conoscenza del caso. L’organizzazione ha scoperto che ci sono state violazioni del giusto processo, tra cui la mancata emissione di mandati di arresto da parte di agenti di polizia e la perquisizione e la confisca illegali dei telefoni degli uomini.

L’avvocato si è anche chiesto se gli uomini accusati dei crimini avessero accesso a un consulente legale. La legge yemenita, ai sensi degli articoli 132 e 172, vieta gli arresti senza mandato così come il sequestro degli effetti personali delle persone in custodia di polizia. L’articolo 181 vieta inoltre gli interrogatori della polizia senza la presenza di un avvocato.

Quanto denunciato da Human Rights Watch fa seguito ad un precedente rapporto di febbraio 2024 secondo cui 13 uomini erano stati condannati a morte per crimini legati all’omosessualità.

Le condanne a morte erano state emesse a Ibb, un’area controllata dai ribelli Houthi.

Secondo Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, i tribunali Houthi hanno condannato a morte 350 persone da quando hanno preso il controllo della capitale nel 2014, giustiziandone 11. Il 18 settembre 2021, le forze Houthi hanno giustiziato 9 persone, tra cui un diciassettenne, in piazza Tahrir a Sanaa.

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