L’ossessione del clickbaiting sta ammazzando il giornalismo, ad ogni latitudine. Dai semplici blog ai quotidiani più celebri e stimati non c’è ormai distinzione. Tutti hanno bisogno di visite, con drastico aumento di pubblicazioni a dir poco discutibili, non-notizie fatte esplodere dall’oggi al domani perché dall’altra parte del mondo qualcuno si è svegliato e ha scritto un tweet, o un post Facebook, o ha pubblicato un video Instagram lamentandosi di qualcosa che ai più sembra inattaccabile.
Il delirio odierno esploso attorno a Biancaneve e al ‘bacio non consensuale‘ del principe azzurro, lanciato da Entertainment Weekly e presto arrivato anche nel Bel Paese, è l’ennesima fake news ad uso e consumo dei social, dell’indignazione usa-e-getta nei confronti di quella “cancel culture” ormai incoronata male assoluto dei nostri giorni. Ma andiamo con ordine.
Appena riaperto dopo un anno di chiusure causa Covid, Disneyland ha rimesso mano alla propria storica attrazione dedicata al primo lungometraggio animato della casa. Biancaneve, per l’appunto. Il giro della giostra che si chiudeva con la morte della strega cattiva ora vira verso il lieto-fine, con il famigerato bacio del principe alla principessa avvelenata dalla mela stregata. Ebbene due giornaliste (DUE) del San Francisco Gate si sono chieste se il bacio a una donna morta nel 2021 non sia fuori luogo e anacronistico. Attenzione, le due penne non hanno chiesto alla Disney di bruciare tutte le copie di Biancaneve presenti sul mercato, di editare un nuovo finale, di abbattere l’attrazione esistente da 70 anni ed obbligare il principe a compiere un massaggio cardiaco per rianimare la dolce donzella. Il pezzo scritto dalle due giornaliste (DUE) è tendenzialmente ironico, tanto da consigliare a tutti di provare l’attrazione, evitando di “replicare nella vita reale” il bacio finale (ad una donna morta). Nè più nè meno di questo.
La stampa internazionale, e soprattutto quella italiana, ne ha incredibilmente montato un caso. Matteo Salvini, via social, ha subito cavalcato la polemica trening topic del giorno tuonando: “Di censura in censura, si arriva al RIDICOLO. Qui ad essere aggredito, oltraggiato e discriminato è… il buonsenso! Viva la Libertà, viva il Principe Azzurro e Biancaneve“. Chiaro e insostenibile il sottotesto, ovvero quel “al giorno d’oggi non si può più dire niente” che solo la scorsa settimana ha trovato ampio e discusso eco con Pio e Amedeo.
Contestualizzare un’opera filmica dovrebbe essere naturale, sempre e comunque, con le principesse Disney che nel corso dei decenni si sono evolute, seguendo passo passo i cambiamenti sociali del tempo. Dalle dolci e ingenue fanciulle bisognose del salvatore sul cavallo bianco degli anni ’30 (Biancaneve) e ’50 (Cenerentola e La bella addormentata nel bosco) del secolo scorso siamo lentamente passati a vere e proprie eroine, guerriere, protagoniste indiscusse che al principe azzurro neanche ci pensano, vedi Elsa di Frozen, non a caso icona incontrastata dell’ultima generazione Disney.
Come sempre più spesso capita con quasi tutte le notizie o pseudo tali legate alla cancel culture, non si tratta affatto di ‘notizie choc’, bensì di pure e semplici fregnacce. Poi se ad indignarsi è Matteo Salvini, per non saper leggere nè scrivere poniamoci sempre qualche domanda in più.
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