Documentario, che passione. Dopo il controverso e, ammettiamolo, un po’ campanilista Leone d’Oro a Sacro GRA di Gianfranco Rosi – peraltro non esaltante: le prostitute trans sono poco più di figurine sullo sfondo come del resto gli altri personaggi – è salita l’attenzione nei confronti di questo genere di “cinema della realtà” in altri tempi piuttosto snobbato dal pubblico e ultimamente sempre più in ibrida tensione con la narrativa di finzione. Anche dal punto di vista queer sono molti i valenti autori che si sono dimostrati veri maestri del genere, come gli oscarizzati John Epstein e Jeffrey Friedman di The Celluloid Closet o il premio Emmy losangelino Jeffrey Schwarz (Vito, I Am Divine). Anche da noi qualcosa si muove: la coppia nel lavoro e nella vita formata da Gustav Hofer e Luca Ragazzi ha raggranellato in giro per il mondo una ventina di premi col significativo Italy: Love it or Leave it, tra cui il recente premio del pubblico al Charleston International Film Festival. Uscirà tra l’altro a breve il loro nuovo doc What Is Left dedicato alla complessa situazione della sinistra italiana, con interviste a Stefano Rodotà e Fabrizio Barca.
È stato invece presentato oggi al Festival Internazionale del Film di Roma, nella sezione competitiva Prospettive Doc Italia, il documentario Fuoristrada di Elisa Amoruso, sceneggiatrice romana che ha lavorato con Marco Ponti e Claudio Noce. La storia gender raccontata ha dell’incredibile: un campione di rally, Giuseppe Della Pelle detto Pino, impiegato come meccanico in un’officina nel quartiere romano di San Giovanni, decide di intraprendere il tortuoso cammino per il cambiamento di sesso e diventa così Beatrice. Incontra Marianna, badante rumena scappata dal marito violento e giunta in Italia col figlio Daniele. Ma Cupido non sta certo a badare al sesso e scaglia il dardo fatale: Beatrice e Marianna s’innamorano. L’insolita coppia decide così di convolare a nozze – Beatrice all’anagrafe risulta ancora Giuseppe, quindi è tutto legale, ma alla cerimonia entrambe sono vestite da sposa! – e forma una vera famiglia in cui Daniele si sente accettato e amato molto più da Pino/Beatrice che dal padre naturale. Marianna diventa anche la fedele collaboratrice di Beatrice durante le gare di rally, facendole da navigatrice al suo fianco.
«Ho girato “Fuoristrada” perché è una storia d’amore unica e prorompente – spiega la regista -, capace di superare qualunque barriera sociale e culturale, compreso un certo maschilismo tipico del mondo dei motori. Doveva essere raccontata per scoprire che questa famiglia anomala è legata da sentimenti del tutto tradizionali. Ho avvertito la necessità di descrivere una famiglia non convenzionale, di mostrare un’unione diversa ma simile a tutte le altre, fondata sull’amore. Un viaggio all’interno del cambiamento della nostra società, alla scoperta di mutamenti del costume e alla riscoperta di valori innati. Mutati nella forma, solidi nella loro essenza».
«Ho seguito questa coppia unica nel quotidiano – continua Elisa Amoruso -, ho tentato di descrivere i piccoli momenti autentici delle loro giornate, assieme alle grandi prove che questa forma d’amore, così sfuggente e concreta, così poco definibile eppure definita, ha attraversato e attraversa. Senza proclami, senza prese di posizione: l’amore sopra ogni cosa. L’amore avvolge una storia di esseri umani in Italia le cui scelte importanti vanno ‘Fuoristrada’, prendono rotte diverse, percorsi sconnessi e si ricongiungono sullo stesso sentiero».
Fuoristrada è visibile in replica domani alle 14.30 nella Sala Uno del Cinema Barberini.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.