Magnifico protagonista di All of Us Strangers di Andrew Haigh, tanto dall’aver strappato una nomination ai Golden Globe come miglior attore drammatico e puntare ad una candidatura agli Oscar del 2024, Andrew Scott è tornato a parlare della propria omosessualità e di come proprio la recitazione lo abbia aiutato ad accettare se stesso.
“Sono felice di poter dire che l’essermi emancipato dalla vergogna è stato davvero il più grande risultato della mia vita”, ha confessato Scott, che ha fatto pubblicamente coming out nel 2013, al New York Times. “Per molto tempo mi sono sentito a mio agio con me stesso, ma non ci vuole molto per tornare in quel limbo: qualcosa che può dire un tassista può ancora ferirti. Se ti dovesse domandare: “Hai una moglie?”, potresti rispondere: “No, non ce l’ho”, ma sarebbe una sorta di bugia, un’omissione?”.
Scott, che è stato per decenni attore di supporto, di contorno, prima di conquistare finalmente lo status di protagonista grazie alla seconda stagione di Fleabag, ha precisato come proprio la recitazione lo abbia aiutato a liberarsi dalla vergogna.
“Quando ero bambino iniziai a prendere lezioni di dizione perché avevo una pessima pronuncia”. “Ma alla fine si trattava di lezioni di teatro. Ero così timido e terrorizzato, ma poi qualcuno diceva: “Alzati e fai un’improvvisazione”, e una parte di me si sentiva… libera, e lo adoravo. Quando avevo 18 o 19 anni, interpretavo parti gay ma non ne ero dichiarato”. “Molte persone nel settore erano queer, quindi ero circondato da loro e poi, poco a poco, ho iniziato a sentirmi al sicuro. Realizzare qualcosa come [All of Us Strangers] mi commuove, perché non avrei mai pensato che avrei avuto la possibilità di espormi così tanto in un film come questo o di trovarmi in un ambiente così fiducioso con persone così brillanti, colleghi”.
Il film, che uscirà nelle sale americane il 22 dicembre e in quelle italiane il 29 febbraio, è tra i titoli più acclamati dalla critica cinematografica. Da noi già recensito, e molto amato, All of Us Strangers – Estranei vede Paul Mescal, Jamie Bell e Claire Foy al fianco di Scott, nominato anche agli Independent Spirit Award e a cui in passato consigliarono di non fare coming out.
Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della loro morte, 30 anni prima…
È una storia di fantasmi, di parole mai dette, di abbracci mai dati, di confessioni mai espresse, di addii mai elaborati, di richieste d’aiuto mai esplicitate o colte, di coming out mai fatti, quella trainata da quattro attori in stato di grazia. Andrew Scott non è mai stato tanto bravo, dopo decenni d’attesa al cospetto del ruolo di una vita, indossato straordinariamente. Il suo Adam, così problematico e misterioso, così gentile e malinconico, silenzioso e spaventato, ha mille sfaccettature che Scott riesce perfettamente a rendere credibili. Haigh gli ha costruito l’intero film addosso, senza mai mollarlo un attimo, concentrandosi sui lineamenti, sui piccoli particolari, sulle sfumature di un personaggio complesso e al testo stesso affascinante.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.