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Copia originale, sceneggiatura da Oscar per la storia vera della falsaria lesbica

Da vedere la storia della scrittrice Lee Israel (Melissa McCarthy) e della sua amicizia con l’eccentrico gay Jack Hock (Richard E. Grant). Stanotte sarà statuetta?

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2 min. di lettura

Stanotte i 91esimi Oscar senza presentatore e senza grande suspence (supportiamo Roma, Rami Malek, Glenn Close e La Favorita) dovrebbero veder trionfare senza se e senza ma nella categoria della sceneggiatura non originale un piccolo grande film che è uscito giovedì scorso in Italia e vi consigliamo con tutto il cuore: s’intitola Copia Originale (sarebbe da vedere proprio in copia originale, cioè in versione americana con sottotitoli: Can You Ever Forgive Me?) ed è diretto da Marielle Heller.

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I protagonisti sono straordinari, anche loro sono candidati all’Oscar ma con minori possibilità di vittoria dietro alle sponsorizzazioni delle grandi star: Melissa McCarthy è un’indimenticabile Leonore Carole Israel detta Lee, dalle cui memorie è tratto il film, una scrittrice lesbica e misantropa dal caratteraccio, in empasse e in povertà, alcolizzata, con affitto da pagare e gatta malata. Dopo aver rubato alcune lettere di Fanny Brice, attrice e cantante d’inizio Novecento che ispirò il musical Funny Girl con Barbra Streisand, e averle rivendute, s’inventò una carriera truffaldina di falsificatrice di lettere firmate da celebrities quali Dorothy Parker, Louise Brooks ed Ernest Hemingway. Riuscì a venderne circa 400 prima di essere fermata dall’FBI.

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Lui è Jack Hock (Richard E. Grant, fresco vincitore dell’Independent Spirit Award: gli ruberà probabilmente la statuetta Mahershala Ali in Green Book dove però è ottenebrata l’omosessualità del suo personaggio a parte una breve scena in una sauna gay), spirito libero queer con la passione per il sesso facile e il taccheggio in parafarmacie. Diventa inaspettatamente amico di Lee e suo complice, trascinato in un’avventura più grande di lui ma perfetta per la sua eccentricità borderline.

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La sceneggiatura di Nicole Holofcener e Jeff Whitty è acutissima nel tratteggiare i protagonisti che ‘abitano’ realmente i propri personaggi e la cui omosessualità non è né enfatizzata né ignorata (bellissimo l’incontro sulla panchina con la ex di Lee). Ambientato nei primi anni Novanta in una New York spesso innevata dove la decimazione della comunità gay per Aids si faceva sentire anche a livello artistico, Copia Originale ha il pregio di non giudicare mai i suoi personaggi, ha un ritmo perfetto e un tono che passa dal malinconico all’ironico con pregevole nonchalance.

Anche i personaggi secondari sono scritti con finezza, dalla libraia affettuosa (Dolly Wells) che sembra voler scavare una breccia nel cuore di Lee e la porta a cena in un ristorante italiano, fino all’editor affezionata a Lee (Jane Curtin) ma incapace di aiutarla nel momento di maggiore crisi.

Da vedere.

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