Durante le riprese del suo precedente film, la regista Maryam Touzani ha conosciuto un parrucchiere presso un salone di bellezza, nella medina del Salé.
Un gentiluomo, racconta Touzani, che forse non diceva tutto. Come se alcuni aspetti della sua vita fossero inespressi per non attirare sguardi indiscreti. “Mi sono ritrovata a immaginare la sua vita, non ho osato fargli domande personali o intime. Ho trascorso molto tempo con lui e mi ha segnato profondamente”.
Da quell’incontro nasce Halim, il protagonista del suo secondo film, Il Caftano Blu, presentato allo scorso Festival di Cannes, nella sezione A Certain Regard, e ora anche nelle sale italiane.
Halim (Saleh Bakri) è un uomo di poco più cinquant’anni che gestisce un negozio di caftani insieme a sua moglie Mina (Lubna Azabal), proprio nella medina di Salé, in Marocco. Sia Halim che Mina sanno che lui è omosessuale, ma nessuno ne parla o lo condivide, per paura dell’ambiente ostile o per non inclinare il loro matrimonio. Ma l’arrivo dell giovane apprendista, Youssef (Ayoub Missioui) cambia le carte in tavola: mentre tra i due scatta subito un’attrazione, Mina fa i conti con un cancro al seno che la costringe a rimettere tutto in discussione. Quali limiti siamo disposte a sfidare per amore? Permetterà a suo marito di essere sé stesso prima di andarsene?
L’idea di trasformare quel parrucchiere in un cucitore di caftani, ha a che fare cn un vecchio caftano appartenuto alla madre di Touzani. “Mi ha sempre affascinato” spiega la regista “L’ho sempre trovato prezioso perché appartiene a quelle cose che si tramandano di generazione in generazione e che raccontano una storia: quella della persona che per realizzarle ci ha impiegato giorni e messi, impregnandole della sua anima”.
Per Touzani i lavori artigianali hanno un valore particolare: nonostante stiano andando in disuso, conservano il passato e lo tramandano alle nuove generazioni. Un rito di passaggio che “fa parte del nostro DNA” e che non possiamo ignorare: “Mi fa male vedere come certe attività stiano morendo a causa di una società che va troppo veloce e che non le valorizza” spiega al regista.
Ma soprattutto il Caftano Blu è la storia di una coppia che sfida le convenzioni, attraverso un ascolto reciproco e un sostegno che guarda oltre i ruoli di genere preimpostati: se Halim si rifugia nei suoi tessuti, con il terrore di affrontare il mondo, Mina ha una forza d’animo che riesce a spronarlo a superare ogni vergogna.
L’arrivo di Youssef accende desiderio e gelosie, ma è anche il motore che permette al loro sentimento di elevarsi e raccontare qualcosa di più grande oltre ‘le rigide leggi del matrimonio eterosessuale’: “L’amore ma anche ciò che si è pronti a fare per amore è vivo in Mina, pronta a vedere il marito finalmente felice se solo si accettasse. Halim è consapevole di essere gay ma non è libero a causa della società che altrimenti lo emarginerebbe. Mina cercherà di liberarlo per amore e per spingerlo ad amarsi. E cosa c’è di più bello che essere accettati come siamo da chi amiamo?” spiega Touzani a The Wom “L’imminenza della morte le fa affrontare con lucidità le sue paure, trascendendo da se stessa. Mina accompagna il marito nella sua rinascita e Halim l’accompagna verso la morte”.
Proprio un anno fa, il ministero del Marocco cancellava dalla 27ma edizione della Fiera Internazionale del Libro di Rabat, Memorie di una Lesbica, romanzo di Fatima Zahra Amzkar (che a sua volta è stata sommersa da insulti e commenti omofobi). Solo nel 2017, Mustapha Ramid – ministro con deleghe ai diritti e alle questioni umanitarie – definì i diritti degli omosessuali “spazzatura”.
Proprio per questo, in un mare di film a tematica LGBTQIA+ occidentali, Il Caftano Blu è un successo significativo per il cinema marocchino: ad oggi ha venduto 500,000 biglietti in tutto il mondo, con particolare riscontro al botteghino francese dove ha portato a casa 214,000 prenotazioni, seguito da Paesi Bassi, Italia, Spagna, e Giappone. Ad oggi è il primo film marocchino a finire nella shortlist degli Oscar 2024, vincendo più di 45 premi ai festival internazionali (tra cui il Gran Premio della Giuria, “Alma Viva”, all Marrakech International Film Festival nel 2022.
Nelle parole di Touzani: “È un film sull’amore, sulla libertà di essere e amare chi vuoi”.
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