Inspiegabile. Così sembra doversi definire la morte di Stephen Gately, cantante dei Boyzone trovato privo di vita sabatomattina nell’appartamento di Palma di Mallorca dove stava passando delle vacanze con il compagno Andrew Cowles. La chiave di volta per capire cosa davvero sia successo, sembra essere la notte precedente al ritrovamento del corpo. Pare infatti che i due giovani (Gately aveva solo 33 anni, nda) siano stati visti bere "un cockatil dopo l’altro" in un famoso club gay di Palma e che poi fossero tornati nell’appartamento, dove avrebbero continuato a bere in compagnia di un 25enne bulgaro, costato oltre un milione di euro.
Andy ha raccontato alla polizia di essersi reso conto della morte del suo compagno solo al suo risveglio, poco prima delle 14 di sabato. La polizia è convinta, per il momento, che Gately sia morto soffocato dal suo stesso vomito, cosa credibile se è vero che non era, come dicono in molti, un bevitore abituale, ma che potrebbe non essere coerente con la posizione in cui sarebbe stato ritrovato: accovacciato sul divano, come se pregasse. Ma c’è di più. Altri testimoni che lo hanno visto a notte fonda, raccontano di averlo trovato perfettamente sobrio. "Non c’era un biglietto che annunciava un suicidio o prova di abuso di droghe o alcol, gli amici della vittima non riuscivano a spiegare che cosa fosse accaduto – ha spiegato un agente intervenuto sul posto – Tutto ciò che sappiamo è che la notte precedente erano stati fuori sino a tardi e avevano bevuto qualche drink, per poi dare l’allarme quando hanno trovato Stephen morto".
E non è un caso se gli inquirenti ci tengono a smentire l’ipotesi del suicidio.
Sono in molti a raccontare come Stephen fosse caduto in forte depressione all’epoca della rottura con i Boyzone. Quando il gruppo raggiunse il suomassimo livello di notorietà, Gately aveva solo 17 anni e veniva da un quartiere tradizionalista e chiuso di Dublino. Per anni fu costretto a nascondere la propria omosessualità anche per paura di deludere le moltissime fan che, di fatto, facevano la fortuna dei Boyzone e quando, finalmente, fece coming out, nel 1999, dovette fare i conti con l’omofobia della sua città d’origine e con il rifiuto della sua famiglia. La temuta delusione delle fan non ci fu, ma le difficoltà personali, i primi screzi con la band portarono Gately alla depressione e ad un uso massiccio di psicofarmaci.
Abuso che non terminò dopo lo sciogliemtno della band che per Stephen ha significato un notevole calo di notorietà e una difficoltà notevole ad avviare una carriera da solista.
Ecco perché qualcuno, nella giornata di sabato, ha avanzato l’ipotesi del suicidio, non supportata però da uno degli elementi classici di ogni suicidio: il biglietto d’addio. Esclusa, per il momento, l’ipotesi dell’omicidio perché non sono stati riscontrati segni di violenza né, come ha dichiarato la polizia, di abuso di alcol o droghe. Una morte inspiegabile, ad oggi, come dicevamo all’inizio.Adesso la polizia è alla ricerca del bulgaro di 25 anni che avrebbe trascorso parte della notte con Stephen e Andy. "Pensiamo che questa persona non sia in alcun modo coinvolta nella morte di Stephen – fanno sapere dalle forze dell’ordine -, ma la sua testimonianza potrebbe essere vitale".
Sull’Isola, appena appresa la notizia, sono accorsi tutti i componenti dei Boyzone, band che stava per ricomporsi. "Ronan, Keith, Mikey e Shane sono devastati da questa notizia e inviano il loro profondo cordoglio alla famiglia di Stephen e ai suoi molti amici in tutto il mondo" si legge in una nota. "Sono sotto shock. Ero con lui lunedì a una cerimonia di premiazione. Non sappiamo molto di quel che è successo" ha detto il manager del gruppo Louis Walsh, mentre l’ex premier irlandese Bertie Ahern, ex premier irlandese si è riferito a Gately come ad "un amico personale. Questa morte è un’immensa tragedia per la musica e la cultura irlandese". Cordoglio e sorpresa sono arrivati anche da Elton John che ha dichiarato: "Io e David siamo sconvolti per questa tragedia. Stephen era l’anima più gentile che si potesse immaginare".
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