In un’intervista con il CorriereTV, Gianluca Vialli, ex giocatore di calcio adesso allenatore, dichiara che l’episodio di Sarri (che ha insultato Mancini) è stato tremendamente spiacevole, che non ha apprezzato, e rilancia dicendo che, per quanto lo riguarda, i tempi sono maturi e il calcio è pronto per i gay.
Insomma, Vialli sta invitando timidamente tutti i gay non dichiarati a farsi avanti, per fare da pionieri (qualcuno dovrà pur farlo no?) in un mondo che va reso molto più reale e depurato da un eccesivo maschilismo eterosessuale. Giocare a calcio non è sinonimo di eterosessualità, cosi come giocare a pallavolo non lo è di omosessualità.
Apprezziamo le parole di Vialli e speriamo che sempre più giocatori e/o allenatori di calcio si facciano sentire al riguardo dell’omofobia nel calcio, ora più attuale che mai.