Svastiche e messaggi d’odio hanno, il 2 novembre scorso, deturpato i colori della “panchina arcobaleno” a Cavirago, piccolo comune in provincia di Reggio Emilia.
Inaugurata nel maggio del 2021 e divenuta simbolo tangibile di inclusività e accettazione per i quasi 10.000 abitanti, oggi la seduta si erge invece come un monumento all’intolleranza, a riprova del clima in cui si trova ad esistere la nostra comunità.
L’episodio è stato prontamente riportato dalla stampa locale reggiana, che ha diffuso le parole di Francesca Bedogni, sindaca del Comune, la quale ha espresso una ferma condanna. Secondo la prima cittadina, etichettare l’atto come semplice vandalismo sarebbe riduttivo e pericoloso.
“È un errore derubricare fatti come questo ad atti di vandalismo compiuti da sbandati che non conoscono il significato di quello che scrivono. È un fatto grave, che ferisce la nostra comunità perché rappresenta la negazione dei valori su cui è fondata ovvero i valori espressi dalla nostra Costituzione“.
La collocazione della panchina, davanti all’ingresso della scuola Galileo Galilei, non è casuale. La scuola dovrebbe essere il primo garante di un insegnamento che prediliga l’apertura verso l’altro, la conoscenza e il rispetto reciproco, principi che le scritte incriminate sembrano sfidare.
È dunque da chiedersi: quale messaggio ricevono i giovani studenti in contrapposizione all’ideale di inclusione che l’installazione della panchina intendeva promuovere? E come invertire la rotta, con un governo che definisce la stessa educazione all’affettività una “porcheria”?
I colori dell’arcobaleno, sovente associati alla pace e alla diversità, hanno subito un’aggressione simbolica che va al di là del danno materiale. Si tratta di un attacco diretto all’essenza stessa della panchina arcobaleno come luogo di incontro e visibilità per una comunità che vede i propri spazi sempre più ridotti.
Bedogni, in risposta all’atto, non si è limitata a denunciare l’accaduto ma ha anche ribadito la volontà dell’amministrazione comunale di continuare a promuovere i valori di pace e convivenza.
“Non ci faremo trascinare in questo crescendo di odio, intolleranza, razzismo, omofobia, rabbia e cattiveria. In questo tempo in cui tutto sembra esplodere ed i conflitti sono fuori controllo, anche di fronte ad episodi di questa gravità, vogliamo rilanciare un messaggio di pace, proprio come i colori di questa panchina così brutalmente offesa“.
Eppure, con il 2023 che volge al termine, non possiamo fare a meno di tirare le somme, e di aggiungere un ennesimo episodio emblematico alla lista dei crimini d’odio commessi contro la comunità LGBTQIA+.
La vicenda di Cavriago ci interpella tutti, sollecitando una riflessione più ampia sullo stato di salute del nostro tessuto sociale e sul nostro impegno collettivo per la tutela della dignità umana in tutte le sue forme.