Giappone: per la prima volta un rifigiato LGBTQI ottiene asilo per persecuzioni omofobe

Vicenda sorprendente e positiva se si pensa che il Giappone è un Paese molto conservatore, che non offre particolari diritti alla comunità LGBTQI.

Giappone, Tokyo Pride
2 min. di lettura

Per la prima volta, il Giappone concede asilo a un rifugiato LGBTQI per persecuzione omofoba nel Paese d’origine.

I dettagli sul Paese d’origine e il genere del rifugiato sono top secret per questioni di sicurezza.

Il sito giapponese Asahi ha riferito: “Secondo l’Agenzia per il controllo dell’immigrazione, il richiedente asilo è stato arrestato dalla polizia del suo Paese d’origine per omosessualità, detenuto in carcere per due anni ed poi è venuto in Giappone in libertà provvisoria“.

La persona in questione ha ottenuto lo status di rifugiato perché sarebbe stata nuovamente arrestata se fosse tornata nel suo Paese.

Secondo Asahi, l’Ufficio Immigrazione ha affermato che: “l’omosessualità è una caratteristica strettamente legata alla personalità o all’identità ed è difficile da cambiare. C’era il rischio di essere perseguitati perché membro di uno specifico gruppo sociale”.

Secondo l‘ILGA, ci sono attualmente 70 paesi in cui l’omosessualità è criminalizzata e di questi 11 dove l’omosessualità è punibile con la morte.

Solo 42 su 10.493 richiedenti asilo per qualsiasi persecuzione hanno ottenuto l’ok

Giappone, Tokyo Pride

Sebbene questa sia la prima volta che il Giappone concede asilo per persecuzioni omofobe, a marzo un taiwanese fidanzato con un cittadino gay giapponese aveva ricevuto un permesso speciale per rimanere nel Paese.

Un avvocato disse, al riguardo, che era: “la prima volta che, nello Stato, veniva concesso un permesso speciale a un partner gay straniero di un cittadino giapponese“.

Il Giappone è molto severo quando si parla di immigrazione.

Secondo il Japan Times, lo scorso anno 10.493 persone hanno fatto richiesta di asilo in Giappone ma solo 42 hanno ottenuto l’ok.

Tutta questa vicenda risulta ancora più sorprendente se si pensa che il Giappone è un Paese molto conservatore e non offre particolari diritti alla comunità LGBTQI.

Infatti, il Giappone non consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso e offre poca protezione contro discriminazionei LGBQTI di ogni tipo.

Speriamo che questo sia l’inizio di una maggior apertura da parte dello Stato asiatico nei confronti della nostra comunità.

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