Per Mario Adinolfi è davvero un periodo difficile. Poverino. Dopo il Family-Flop del Family Day, espressione di una Italia che viene via via spazzata dalla storia, c’è rimasto molto male ed ha avuto una grande sofferenza nel guardare le serate del Festival di Sanremo dove i colori arcobaleno trionfavano, serata dopo serata, con un crescendo che speriamo sia d’auspicio per il ddl Cirinnà.
Così ieri sera, gongolante, appresa la vittoria a Sanremo degli Stadio, il gruppo che insieme ad altri tre campioni, non ha mai indossato nulla di rainbow, Mario Adinolfi ha twittato:
Vincono gli Stadio, che hanno rifiutato la divisa arcobaleno e hanno celebrato il grande Lucio Dalla da artista, senza etichette
— Mario Adinolfi (@marioadinolfi) 14 Febbraio 2016
Immediata è arrivata la smentita, ai microfoni di RTL 102.5. Netta. Senza replice. “La legge sulle unioni civili deve essere approvata il più presto possibile. La famiglia ha valore nel momento in cui è famiglia, di persone che scelgono di stare insieme. E deve essere equiparata alla famiglia tradizionale”. Così Gaetano Curreri, leader degli Stadio che hanno vinto al festival di Sanremo con il brano Un giorno mi dirai dedicato alla genitorialità. “Il fatto di non aver indossato i nastri arcobaleno, non vuol dire che non la pensiamo così”.
E, per chi avesse dei dubbi, è bastato vedere il retweet fatto dall’account ufficiale degli Stadio di questo tweet di RTL 102.5:
“Appoggiamo #UnioniCivili ma se non abbiamo indossato le fasce arcobaleno non vuol dire che non condividiamo” @stadioofficial #Sanremo2016
— RTL 102.5 (@rtl1025) 14 Febbraio 2016
Detto, fatto. Povero Adinolfi.
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Pensateci bene. In pratica Adinolfi sta facendo con queste dichiarazioni, obbligando alla smentita, sta facendo la stessa lista di proscrizione della quale accusava gay.it. Che fenomeno! Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!