Crescere gay porta con sé una serie di stereotipi fatti con lo stampino: effemminati, arguti, stravaganti, sensibili. Tutti con diversi gradi di aderenza alla realtà, che possono farci ridere o incazzare ad intermittenza. Tra i miei stereotipi preferiti è quello che se Google Maps indica 15 minuti a piedi, un uomo gay ne impiega 9, anche meno se sotto caffeina. È uno stereotipo adorabile: non fa male a nessuno ed è completamente interno alla comunità. Non lo troverete in un film di Ozpetek e in nessun bignami sull’omosessualità in Occidente, ma almeno un maschio gay su cinque concorderà con voi, e se non lo fa l’imputato mente.
Già da ragazzino mi dicevano che camminavo da gay. Che significava da gay? Che sculettavo? Che ero effemminato? Che spruzzavo nuvole arcobaleno ad ogni passo? A distanza di anni, ho capito che camminare da gay, significa che metti il turbo. Se siete a passeggio con un uomo gay, vi ritroverete col fiatone: puoi rallentare? Scusa ho il passo svelto. Scusa ho le gambe più lunghe, quindi ogni mio passo vale tre dei tuoi. Qualunque sia la risposta, state pur certi che se andate a ritmo di lumaca, i gay avranno il desiderio di scaraventarvi dall’altro lato del marciapiede e superarvi lasciando la scia di fumo come un battello a vapore. Per fiondarsi dove? Perché tutta questa fretta? Chi li rincorre?
Straight people, look behind you, chances are there’s a gay person trying to get past because you’re moving at an extremely glacial pace
— dejan (@heyDejan) March 8, 2019
Nel 2019 in Inghilterra è stata lanciata una petizione per istituire delle “gay walking lines”, quindi delle corsie riservate ai maschi gay e lasciarli galoppare in libertà: “È risaputo che le persone LGBTQIA+, ma in particolare gli uomini gay, superano il passo della loro controparte cisgender” recita testuali parole la petizione “Le persone gay hanno dei posti da raggiungere, di solito alimentati da litri di caffè (ghiacciato). In questa petizione chiediamo di creare delle corsie per i gay su tutti i marciapiedi del Regno Unito”. È una favola moderna, circoscritta ai gay di città, quelli che sono cresciuti credendosi Anne Hathaway nel Diavolo Veste Prada, romanticizzando la frenesia della vita adulta per poi ritrovarsi con le gocce di biancospino prima dei trent’anni.
Stando al dibattito, ad uscirne svantaggiati sono sempre gli etero, troppo lenti e spaesati per andare a ritmo di queste trottole isteriche e incazzate. Per Louis Staples – che ha scritto “Why Do Gay Men Walk so Fast“ su GQ del 2019, influiscono anche le nostre scelte musicali: se vi fate strada tra la folla all’ora di punta, con Confessions On a Dance Floor di Madonna negli auricolari – ad essere proprio specifici nella transizione che va dall’outro di Forbidden Love a Jump– il gay entra automaticamente in modalità video musicale primi anni 2000, dove la linea sottile tra camminare a passo d’uomo e sfilare indossando in crop top e con sguardo di sfida rivolto agli spettatori immaginari nella nostra testa, è sottile.
Secondo lo psicologo Ian MacRae gli uomini gay camminano più veloci per far notare “meglio” la propria sensualità e avvenenza: “Le persone pensano di azzeccare più facilmente la sessualità dell’altro in base ai movimenti” dice MacRae a GQ “Un’andatura impettita, o una camminata a passo veloce, può essere un modo per mettere in mostra la propria omosessualità nei luoghi sicuri“. Non so cosa direbbe il dottor MacRae, ma quando cammino davanti un bono, accelero il passo nel disperato tentativo di apparire troppo di fretta per prestargli attenzione: totalmente incapace di fare eye contact, mi fingo una creatura troppo affascinante e sfuggente che appare, ti travolge, e fugge nella folla per sempre.
Google Maps: It will take 17 minutes to walk to your destination.
A gay pedestrian: pic.twitter.com/76yfEvTjnQ
— Chris Hanna (@Chris_Hanna) March 27, 2019
Siccome quando si parla gay bisogna sempre aggiungere qualche dose di trauma irrisolto, la life coach Lisa Philips ritiene che l’omofobia rende gli uomini gay più veloci: “Se gli uomini gay temono di essere aggrediti, potrebbero camminare più velocemente per allontanarsi da quei rischi percepiti e sentirsi di nuovo al sicuro. Potrebbero anche aver paura di essere osservati o giudicati, e quindi allontanarsi da quella situazione il più rapidamente possibili” dice Philips a GQ. Mi ritrovo a concordare con la dottoressa Philips tutte le volte che mi tocca aumentare la marcia davanti quei gruppetti di maschi poco accoglienti, quelli che mi ricordano i bulli in terza media e puzzano di crimine d’odio da dieci miglia, avete capito quali: metto la quinta e una mano sul cuore, sperandoo di non attirare troppo quello sguardo indiscreto e sparire nell’etere.
Qualunque sia la vostra teoria preferita, non c’è ancora nessuna prova scientifica a confermare se i gay camminano più veloci degli altri. Dunque, siete ancora in tempo per dire che è solo un altro stereotipo che ci siamo cuciti addosso, e che voi a differenza degli altri, ci mettete un quarto d’ora anche solo per attraversare le strisce.
Oppure buttateci un occhio, uscite a piedi e scrutate la fauna gay scorrazzare per le strade.
Se non siete troppo di fretta.
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