In un matrimonio su due vi è un infedele: sono più gli uomini, e nel 7% dei casi il tradimento avviene con omosessuali. La notizia diffusa dall’Ami (Associazione dei Matrimonialisti Italiani), non c’è che dire, arriva tempestiva dato il putiferio sollevato dal caso Marrazzo. Nel 70% dei casi, rileva il centro studi dell’associazione di avvocati, si tratta di "scappatelle", infedeltà occasionali commesse da traditori seriali. Le occasioni più propizie per il tradimento si creano sul luogo di lavoro, con i colleghi e nelle ore di servizio.
Più spesso a tradire sono gli uomini, anche se, osserva il presidente dell’Ami, Gian Ettore Gassani, le donne infedeli stanno aumentando: sono circa il 45%. Le indagini dei matrimonialisti, che con investigatori privati si procurano prove fotografiche, mostrano come siano in aumento i tradimenti omosessuali e le conseguenti separazioni. «Gli uomini che tradiscono a livello omosessuale o transessuale il più delle volte hanno un grado di istruzione medio-alto e un livello socioeconomico superiore alla media», osserva l’avvocato Gassani. «E anche le mogli – aggiunge – nel 4% dei casi, tradiscono con una persona dello stesso sesso».
«Il difficile per un difensore – spiega Gassani – è mostrare le prove fotografiche di tale tipo di tradimenti al coniuge. Anche le mogli, nel 4% dei casi, tradiscono con una persona dello stesso sesso». «Se fossero effettuate indagini o investigazioni sul conto di tutte le famiglie italiane – conclude – , ne uscirebbe un quadro molto diverso da quello offerto dagli stereotipi più consolidati». La famosa famiglia del Mulino, insomma, è pura finzione televisiva.
La Cassazione, con la sentenza n. 7207/09, si è pronunciata relativamente ad un tradimento omosessuale equiparandolo, in termini di gravità e addebitabilità della separazione, ad una infedeltà eterossessuale.
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