Il 2023 è stato l’anno di Paola Cortellesi.
Il suo debutto alla regia C’è ancora a Domani è stato un miracolo: oltre 20 milioni di euro, diventando il decimo film italiano più visto di sempre secondo Cinetel. Un progetto che in principio non veniva nemmeno finanziato dalle commissioni ministeriali della Cultura (lo considerarono un’opera “non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”), ma in Italia ha battuto anche l’altra regina del box office, Barbie.
Nel suo piccolo grande film, Cortellesi non solo ha (ri)dato voce alle donne dimenticate dalla storia italiana, ma anche ricordato che le registe donne in Italia esistono e hanno qualcosa di forte e necessario da dire: l’ha ribadito anche agli studenti e studentesse dell’Università Luiss Guido Carlo di Roma, che l’ha invitata come “ambasciatrice straordinaria” ad inaugurare l’anno accademico 2023-2024.
“Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso? Perché il principe ha bisogno di una scarpetta per riconoscere Cenerentola, «non poteva guardarla in faccia? E poi, chi è così ingenua da fidarsi di una strega?” ha chiesto Cortellesi all’aula magna del campus di viale Pola, partendo dalle fiabe per smantellare tutti quegli stereotipi che vorrebbero le donne come sventurate donzelle in pericolo e gli uomini dei salvatori in calzamaglia.
Se non fanno “da colf ai nani ” come Biancaneve, le donne sono cattive, mostruose, e invidiose, ferme in due uniche narrazioni possibili.
Cortellesi, come tantə di noi, sa che le storie che ci raccontano modellano i nostri pensieri e aspettative sul mondo, concatenate allo stesso sistema che ci opprime oggi come due secoli fa: per questo abbiamo bisogno di allenare lo sguardo ad altre possibilità. Nel panorama italiano, dove si alternano pretenziosi film-bros o commedie fuori tempo massimo, C’è ancora Domani ci racconta finalmente di donne che si salvano a vicenda: madri che salvano le figlie da matrimoni funesti, figlie che salvano le madri dal ruolo a cui sono state relegate.
Partendo dal suo film, la regista ha ricordato al corpo studenti che la passione per la politica e il diritto di voto sono le armi più potenti che abbiamo per emanciparci e salvarci da solə. Ha esortato studenti e studentesse ad essere “originali e pazzi”, ma senza cercare di essere straordinari a tutti i costi, con il gentile reminder agli studenti maschi che le ragazze non vanno salvate, ma rispettate.
Come ha ribadito anche Paola Severino, presidente della Luiss School of Law, nonostante le grandi conquiste storiche, c’è ancora molta strada da fare e le nuove generazioni hanno davanti a sé una sfida importante: “Tra voi giovani che sarete le donne e gli uomini di domani e dovrete portare a meta la fiaccola del raggiungimento della parità di genere e della sconfitta dei meccanismi che alimentano la violenza sulle donne” ha detto Severino “L’educazione, la formazione, la scuola, l’università e il senso della legalità e del riconoscimento del merito sono determinanti nel raggiungere il fondamentale risultato della uguaglianza di genere”.
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