E’ stato assegnato a Vidiadhur Surajprasad Naipaul, nato 69 anni fa a Trinidad da una famiglia indiana di casta braminica, ma naturalizzato inglese, il premio Nobel per la letteratura. L’autore era stato al centro dell’attenzione alcuni mesi fa in Inghilterra, per un’intervista in cui era stato chiamato a commentare l’opera di E.M. Forster e John Maynard Keynes.
Naipaul li definì «due omosessuali che sodomizzavano il primo i ragazzi poveri conosciuti in India, l’altro i suoi studenti all’università di Cambridge».
Su Forster il giudizio di Naipaul è persino più crudo: l’autore di «Camera con vista», «Casa Howard» e «Passaggio in India» (la cui lettura ha «nauseato» Naipaul), «aveva le sue ragioni per visitare l’India. Era un omosessuale e in India si è divertito sfruttando i poveri. Avvicinava i ragazzini che gli curavano il giardino e con loro faceva quello che voleva».
«Di quel paese – ha spiegato Naipaul riferendosi all’India – Forster non ha visto né capito niente. L’unica volta che vi è andato, nel 1921, ha frequentato esclusivamente gli inglesi, gli indiani di ceto medio, i giovani giardinieri che tanto gli piacevano. Al popolo non ha osato avvicinarsi».
John Maynard Keynes, padre della macroeconomia, «a differenza di Forster era dichiaratamente gay», secondo Naipaul. «Lui non sfruttava i poveri, sfruttava i giovani della sua università. Li sodomizzava. Loro avevano troppa paura per reagire».
Naipaul in Gran Bretagna è famoso per il carattere tutt’altro che solare. Raramente concede interviste e quando le concede spesso caccia il giornalista dopo la prima domanda. Vive nella campagna del Wiltshire assieme alla moglie e difficilmente emerge da quello che a tutti gli effetti è un esilio autoimposto.
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