Fare la doccia in due può essere un’esperienza molto eccitante ma ha anche delle controindicazioni. Farla in tre o più non è che una variante della stessa, con accresciute controindicazioni e talvolta accresciuta eccitazione.
A me è capitato spesso di farla con fidanzati e amanti occasionali. C’è un che di preparato che disturba l’atmosfera, ma esiste anche una tenerezza che, specialmente con il proprio partner, aggiunge un pizzico di intimità a un rapporto già di suo piuttosto intimo.
Quando infatti si conosce una persona da tempo e ci si è ormai abituati al suo corpo, può servire anche saper giocare un po’ con piccole digressioni dalla routine. Non che far sesso col proprio fidanzato sia di per sé noioso, però magari qualche piccola trasgressione può regalare sensazioni nuove, che in un’esperienza duratura non guastano mai.
Ugualmente, per chi è abituato a incontri frequenti e ha uno stile di vita piuttosto promiscuo, l’idea di trovarsi per una volta in verticale e sotto l’acqua anziché distesi su di un letto, permette di far sembrare la situazione nuova e quasi adolescenziale.
Va da sé che i limiti sono molti. Se è vero infatti che il piacere di strofinarsi tutti ricoperti di schiuma è davvero speciale, è altrettanto vero che un bacio sotto l’acqua sarà anche romantico ma dopo un po’ fa mancare il respiro e costringe a staccarsi. Per non parlare dei rapporti orali.
Non si possono fare quando si è insaponati per non ritrovarsi il sapore di bagnoschiuma per tutto il giorno. Ma non sono troppo piacevoli nemmeno senza sapone. Succhiare un coso bagnato è peggio che succhiare un profilattico. E non ne possiede alcuno dei vantaggi.
Di tante volte in cui mi sono ritrovato in situazioni simili e di cui conservo ricordi differenti, l’ultima però è stata più piacevole. Avevo un ragazzo in casa, un ospite che veniva dall’estero che era arrivato da non più di quindici minuti, e avevo intuito che potesse succedere qualcosa. Avevamo pochi minuti per farci la doccia prima di uscire con gli altri amici. L’idea è stata quindi tanto improvvisa quanto bene accolta da entrambi. Inoltre, il tempo era poco.
Invece di dedicarci a concentrare in pochi minuti tutte le possibilità di un accoppiamento, ci siamo limitati a strusciarci un po’, a sfiorarci, a massaggiarci. Senza andare oltre qualche rapido bacio. La cosa è stata molto breve, e quasi non ha lasciato tracce. Eppure è stata una delle più belle, e mi sono andato chiedendo il perché.
Alla fine ho pensato che forse la cosa più eccitante non è stata la doccia ma il fatto che fosse potuto succedere. Mi elettrizzava l’idea di trovarmi in quel contesto con un perfetto sconosciuto (almeno fino a un quarto d’ora prima), quello sguardo d’intesa che ci eravamo lanciati, quell’approfittare immediato, quasi invisibile della situazione mentre gli altri si preparavano. Stare in due sotto l’acqua era bellissimo, ma ancor più bello è stato l’istante in cui da fuori la doccia siamo finiti dentro.
Quando in un frammento di secondo lui ha accettato, con un’aria quasi di rassegnazione, che entrassi pure io, che a mia volta lo avevo proposto col tono di chi domanda se ha bisogno di un particolare shampoo. In quel secondo, nudo io, nudo lui, c’era nell’atmosfera qualcosa di carico, di molto forte. Qualcosa che trovava, ahinoi, un evidente riscontro fisico. Perché l’eccitazione per noi maschi è assai difficile da nascondere.
Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista "dall’interno", e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.
Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.Per scrivere a Flavio Mazzini clicca qui
di Flavio Mazzini
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