Cosa significa essere intersessuale? A questa domanda posta a Google compaiono una serie di risposte molto contradditorie tra di loro e, soprattutto, non corrette.
Partiamo da Wikipedia in lingua italiana che definisce l’intersessualità come se fosse una malattia: già a partire dall’indice vediamo come essa venga collegata a termini medici (stati intersessuali, disturbi della differenziazione sessuale, trattamenti, ecc.). Siamo di fronte ad una medicalizzazione vera e propria, ovvero all’attribuzione di connotati medici ad una condizione di altra natura.
Arriviamo poi a siti che fanno coincidere questa condizione con uno dei tanti orientamenti sessuali o identità di genere.
Quello che vogliamo chiarire, prima di continuare con questo articolo, è che:
- Essere intersessuale non coincide ad essere malati. Non siamo di fronte ad una condizione anormale dell’organismo;
- Essere intersessuale non vuol dire avere un orientamento sessuale differente da altri. Chi nasce intersessuale può essere etero, omo, bisex, pan, queer o qualsiasi altro orientamento;
- Una persona intersessuale può essere cis-gender o trans-gender, come tutti.
Intersessuale: cosa vuol dire
Essere intersessuale vuol dire possedere dei caratteri sessuali (come i cromosomi, le gonadi, i genitali, l’aspetto somatico) che non rientrano nel tipico binario di genere maschio-femmina.
Si stima che nel mondo le persone intersessuali siano lo 0,05% della popolazione, pari a circa 30 milioni di persone (secondo i dati delle Nazioni Unite).
Un esempio di persona intersex è quello di Emily Queen, un’artista ed attivista che ha lavorato per Cartoon Network. Lei possiede i testicoli al posto di utero ed ovaie, pur avendo una vagina. Emily (che ha parlato della sua intersessualità anche nei Ted Talk) non risulta reattiva al testosterone prodotto dai suoi testicoli, il quale viene trasformato direttamente in estrogeni.
Lei, a differenza di molti altri intersessuali, non ha voluto operarsi, in quanto questa variazione dei suoi caratteri sessuali non minaccia la sua salute fisica.
A proposito dei trattamenti e degli interventi chirurgici, spesso proposti alla persona intersex (o peggio, obbligati a chi, per la minore età, non ha diritto al pieno consenso informato) ne parliamo nel paragrafo successivo.
L’intersessualità e le operazioni chirurgiche
Sono molti i casi di bambini intersessuali che hanno subìto interventi chirurgici per “correggere” questa condizione.
Per adeguarsi a ciò che la società impone, ovvero l’esistenza di un unico binario di genere (maschile e femminile), succede spesso che i genitori, senza approfondire, costringano i figli e le figlie ad una serie di interventi, sottovalutando le conseguenze negative che i bambini possono avere in futuro da un punto di vista fisico e psicologico.
Non trattandosi, infatti, di una malattia, le eventuali terapie e operazioni chirurgiche possono minare l’identità della persona intersessuale. Questo può portare a traumi fisici e mentali, che impediscono o ritardano l’ottenimento di una vita sessuale soddisfacente.
Attualmente, sono molti i medici (tra cui numerosi psichiatri) a richiamare l’attenzione dello Stato su questo tema, per impedire le mutilazioni genitali quando non necessarie, o almeno senza il consenso della persona.
È, in particolare, durante l’Intersex Awareness Day, la giornata della visibilità intersessuale (il 26 ottobre di ogni anno), che si cerca di sensibilizzare le persone sulle tematiche legate al sesso/genere, l’identità di genere, l’orientamento sessuale ed i diritti delle persone intersessuali, che ricoproono il sesto posto della sigla LGBTQIA.
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