Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto riferimento ai diritti delle persone LGBTQ, delle persone intersex e delle donne nel suo discorso davanti ai leader di tutto il mondo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU):
“Non possiamo voltare le spalle agli abusi, che avvengano in Xinjiang, Tehran, Darfur o altrove. Dobbiamo continuare a lavorare per garantire che donne e ragazze godano di pari diritti e pari partecipazione nella loro società; che i gruppi indigeni, le minoranze razziali, etniche e religiose, le persone con disabilità non abbiano il loro potenziale soffocato dalla discriminazione sistematica, che le persone LGBTIQ+ non siano perseguitate o oggetto di violenza a causa di chi sono”
“Questi diritti fanno parte della nostra umanità condivisa. Quando sono assenti in qualsiasi luogo, la loro mancanza si fa sentire ovunque. Sono essenziali per il progresso umano che ci unisce.”
Nel Dicembre 2022 Biden aveva firmato alla Casa Bianca il Marriage Respect Act per tutelare matrimoni omosessuali e interraziali, dopo l’avanzata delle preoccupanti decisioni (come quella sull’aborto) della Corte Suprema resa recentemente più conservatrice grazie alle nomine di Donald Trump.
Qualche mese prima, durante il Pride Month del 2022, Biden aveva pronunciato un toccante discorso di sostegno alla comunità LGBTIQA+.
Il discorso di Biden all’ONU risuona come un fermo e deciso monito da parte degli USA alla preoccupante deriva repressiva nei confronti delle persone LGBTIQA+ in Africa (dal Senegal all’Uganda alla Nigeria fino al Kenya), ma anche alla Russia ferocemente omobitransfobica di Putin. Le parole del capo della Casa Bianca in difesa della comunità LGBTIQ+ può essere letto come un chiaro invito a perseguire la strada della liberal-democrazia anche all’Ucraina di Zelensky, che gli Stati Uniti insieme all’Unione Europea e ad altri paesi del blocco occidentale stanno finanziando nella difesa armata nella guerra con la Russia, dopo che si è evidenziato come il tentativo della comunità LGBTIQA+ ucraina di dotare il paese di una legge di tutela per le coppie omosessuali stia di fatto naufragando davanti alle opposizioni di estrema destra interne.
Davanti alla deriva repressiva perpetrata alla comunità queer dell’Uganda con la famigerata Legge Anti-LGBT (Anti-Homosexuality Act), gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sui visti agli ufficiali ugandesi. Inoltre la Banca Mondiale ha annunciato il mese scorso la sospensione dei nuovi prestiti al paese africano. A giugno, gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sui visti agli ufficiali ugandesi. Il Gruppo della Banca Mondiale ha annunciato il mese scorso la sospensione dei nuovi prestiti all’Uganda.
Davanti all’assemblea dell’ONU, il presidente americano ha sottolineato anche il Piano di Emergenza del Presidente per il Soccorso contro l’AIDS (PEPFAR). “Le infezioni e le morti da HIV/AIDS sono diminuite in gran parte grazie all’operato di PEPFAR in oltre 55 paesi, salvando più di 25 milioni di vite“, ha affermato Biden.
Come già raccontato anche da Gay.it, alcuni funzionari americani si sono detti preoccupati dell’effetto che la legge anti-LGBT dell’Uganda potrebbe avere sull’epidemia da Hiv.
Lo scorso luglio Joe Biden aveva richiamato anche l’Italia, sollevando la questione dei diritti LGBTIQA+ nel nostro paese nel suo incontro con Giorgia Meloni. La comunicazione di Palazzo Chigi aveva negato, e la diplomazia americana si era vista costretta a ribadire quanto menzionato dal presidente USA alla presidente del consiglio italiana. I telegiornali occupati dall’estrema destra italiana avevano completamente taciuto la cosa.
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