Istanbul Pride: Polizia disperde i manifestanti con i lacrimogeni

La polizia anti-sommossa interviene con gas lacrimogeni anche quest'anno per disperdere la folla e impedire alla comunità LGBT+ turca di manifestare per i propri diritti.

Istanbul Pride: vietato per il quinto anno consecutivo
Turkey's lesbian, gay, bisexual, trans and intersex activists march despite a ban, in Istanbul, Sunday, July 1, 2018. The Istanbul LGBTI+ activists gathered in the city's Taksim neighbourhood after they announced Istanbul's local government had banned the Pride march for the fourth year in a row. (AP Photo/Emrah Gurel)
2 min. di lettura

Nonostante sia una famosa metropoli dall’aspetto multietnico, molto visitata tutto l’anno, Istanbul non è così gay-friendlyPer il quinto anno consecutivo, infatti, il governo locale ha vietato l’Istanbul Pride.

Ma la comunità LGBTQI di Istanbul ha voluto rischiare e lottare per i propri diritti, tant’è che la polizia aveva acconsentito a lasciare che si radunassero nelle strade adiacenti alle zone “proibite”, quelle di viale Istiklal e piazza Taksim.

Ma in Turchia lottare per i propri diritti, diritti umani, non è ben visto se sei “diverso”, quindi la polizia anti-sommossa è intervenuta, nonostante la polizia stessa avesse teso una mano verso la comunità LGBTQI.

Gli agenti della polizia anti-sommossa hanno iniziato a sparare gas lacrimogeni su tutta la folla, per creare panico e far sì che la gente si disperdesse e che la parata finisse nel più breve tempo possibile.

Istanbul Pride: vietati dal 2015

Istanbul

La Turchia è uno dei Paesi più progressisti del Medio Oriente e l’omosessualità non è considerata illegale, a differenza di Stati come Siria, Arabia Saudita, Iraq, Iran ecc. dove, invece, è un crimine punito con il carcere e, in certi casi estremi, con la morte.

Il primo Istanbul Pride si svolse nel 2003 e, regolarmente, ebbe luogo ogni anno sino al 2014.

Proprio nel 2014 la manifestazione registrò grandissimi numeri: attirò la bellezza di 100,000 persone per le strade della città in lotta per i propri diritti LGBTQI, e tutto si svolse liberamente.

Ma nel 2015 qualcosa cambiò. Si scatenò una spirale d’odio e di anti-progressismo, con i partecipanti che furono aggrediti dai poliziotti con proiettili di gomma, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni.

La situazione è rimasta invariata da allora, e circostanze simili  continuano a ripetersi, anno dopo anno.

Avrà mai una fine tutto questo? La comunità LGBTQI turca riuscirà ad osteggiare i nazisti e i conservatori, e riottenere, almeno, il diritto a manifestare?

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Franzc Dereck 1.7.19 - 18:10

E' mia personale opinione che coloro che in questo articolo vengono definiti " nazisti" e " conservatori" , meglio verrebbero stigmatizzati con una sola parola : " islamici". E non aggiungo alcun aggettivo da porcilaia.

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