“Non deve importare se uno ha scelto di condividere la propria vita con una donna o con un uomo, se una persona è gay, lesbica o eterosessuale. La cosa fondamentale p che tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti, senza distinzione di sesso”. Per questa ragione, la neo ministra alle Pari Opportunità, Sport e Politiche giovanili Josefa Idem ha dichiarato a Repubblica che “presenterò un disegno di legge per le unioni civili”.
L’importante, secondo Idem, non è il nome che si scegli di dare all’istituto perché sono importanti “i diritti che da. E questi devono essere uguali per tutti i cittadini. E’ ingiusto non poter stare accanto a chi ami se è malato perché lo Stato ti considera un semplice conoscente. Non devono esistere cittadini, o coppie, di serie B”.
Prende tempo, invece sulle adozioni: “Cominciamo dalle unioni, poi si vedrà” spiega alla giornalista di Repubblica.
Garantisce impegno anche sul versante spinoso del femminicidio sul quale si possono raggiungere risultati solo lavorando in squadra, sostiene la ministra che cita la recente proposta della collega Cancellieri del braccialetto elettronico per gli stalker.
E in un governo retto da una maggioranza dettata dall’emergenza, le dichiarazioni nette e precise di Josefa Idem non potevano che provocare reazioni. Prima fra tutte quella di una nemica storica del riconoscimento delle unioni gay, la pdiellina Eugenia Roccella che sottolinea come questa non sia una priorità della squadra guidata da Enrico Letta. “L’obiettivo principale è affrontare in modo efficace le urgenze prodotte dalla crisi, che mette in affanno le famiglie, le imprese e i lavoratori, scaricandosi soprattutto sui soggetti più deboli – dichiara Roccella -. Non mi sembra che il riconoscimento delle unioni civili possa rientrare fra queste priorità”. E l’attacco continua contro Idem rea di non avere mantenuto la sobrietà richiesta da Letta come invece avrebbe fatto “lealmente” la sottosegretaria Biancofiore.
In una successiva intervista a radio Capital, però, Idem precisa: “Non mi sarei avventurata in dichiarazioni sui diritti alle coppie dello stesso sesso se non fosse stato lo stesso Berlusconi a dire che per interpretare i segni dei tempi e anche le leggi esistenti, siano giustificati i passi verso una legge per il riconoscimento delle unioni civili di gay e lesbiche. Visto che lui si è espresso così penso di non incontrare troppe resistenze da parte del Pdl”. Riferendosi alle diversità evidenti tra Pd e Pdl, la ministra conclude con una metafora sportiva: “Ho visto vincere le Olimpiadi ad equipaggi formati da persone che nella vita non si consideravano”.
Infatti si dimostra meno rigido della collega Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, secondo il quale invece la sobrietà non sarebbe mancata. “Mi sembra che il ministro per le Pari opportunità Josefa Idem abbia espresso su varie questioni, fra cui quelle delle cosiddette unioni civili, delle opinioni con sobrietà – dice Bondi -, con il massimo rispetto per le diverse posizioni in campo e con la massima disponibilità al confronto parlamentare per ricercare insieme delle soluzioni equilibrate e ragionevoli”.
Nessuna apertura da parte della Cei il cui presidente Cardinale Angelo Bagnasco ribadisce che “la famiglia innanzitutto è lo zoccolo duro e solido su cui si costruisce la società, perché è nella famiglia che si costruisce la persona”.