In Israele ora anche gay e lesbiche sono vedovə di guerra, la storia di Sagi e Omer – VIDEO

Il Governo Netanyahu mostra il volto liberal democratico della democrazia israeliana.

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Sagi Golan e Omer Ohana gayit omosessuali vedovi di guerra
Sagi Golan e Omer Ohana gayit omosessuali vedovi di guerra
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In Israele il parlamento ha approvato un emendamento che riconosce anche lə partner dello stesso sesso come vedovə di guerra. La Knesset, organo ad una sola camera che legifera nella democrazia israeliana, ha dunque mantenuto la promessa fatta dal ministro della Difesa Yoav Gallant.

Lo scorso agosto la comunità LGBTQI+ israeliana aveva espresso preoccupazioni riguardo alla linea dura tenuta dal primo ministro Benjamin Netanyahu, non solo per il tentativo del premier di estrema destra di sconquassare l’architettura istituzionale della democrazia israeliana, ma anche per le molte dichiarazioni omobitransfobiche rilasciate dai suoi ministri. Il dibattito sul timore che l’estrema destra israeliana potesse riportare indietro le lancette dei diritti LGBTIQ+ in Israele si era acceso dopo che nell’Agosto 2023, di sabato, a una coppia omosessuale e ai loro tre figli, era stato negato l’accesso a un parco nazionale nelle alture del Golan (legg su TimesOfIsrael), nonostante avessero il proprio legittimo pass riconosciuto loro in quanto famiglia. Le motivazioni erano state che quella coppia omosessuale con i suoi tre figli “non sono una famiglia”. Un fatto che lo scorso Agosto diede alla società civile israeliana una chiara evidenza del clima di strisciante discriminazione che il governo sbilanciato all’estrema destra di Netanyahu stava disseminando nel paese.

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Ora Israele approva una legge che equipara la vedovanza delle persone omosessuali a quella delle persone eterosessuali. A più di un mese dalle atrocità commesse da Hamas il 7 Ottobre e la conseguente efferata risposta di Israele nella Striscia di Gaza, la democrazia israeliana manda dunque un messaggio di inclusione alla comunità LGBTIQ+, anche forse per rispondere alla crescente presa di distanza di una larga fetta della comunità stessa che un po’ ovunque nel mondo ha manifestato il proprio dissenso dalla modalità con cui Israele ha reagito agli attentati terroristici del 7 Ottobre.

A differenza delle persecuzioni a cui sono sottoposte le persone LGBTIQ+ in Palestina, sebbene in Israele le coppie omosessuali non possano contrarre il matrimonio, c’è una legge di tutela per le coppie LGBTIQ+. Nel 2006 il paese ha regolato la vita delle coppie gay e delle coppie lesbiche con la “Legge sulle Unioni Civili”, riassumibile in questi punti:

+ La legge consente alle coppie dello stesso sesso di registrare le loro unioni civili presso le autorità governative. Questa registrazione offre alle coppie dello stesso sesso molte delle stesse protezioni legali e dei diritti coniugali che le coppie eterosessuali sposate godono, compresi diritti relativi all’eredità, alla previdenza sociale e all’assistenza sanitaria.

+ La legge consente alle comunità religiose in Israele di decidere se celebrare o riconoscere tali unioni. Di conseguenza, alcune confessioni religiose potrebbero non riconoscere queste unioni, mentre altre potrebbero farlo.

+ La legge permette alle coppie dello stesso sesso che hanno registrato una unione civile di adottare bambini.

+ I partner nelle unioni civili godono di diritti e responsabilità simili a quelli dei coniugi sposati in termini di successione, assistenza sanitaria, benefici fiscali e altri aspetti legati al matrimonio.

+ La legge consente a chi celebra il matrimonio all’estero – sia etero sia LGBT – di registrare l’unione ed essere equiparati a chi si sposa nel paese.

+ Come le coppie sposate, le coppie in unione civile possono richiedere il divorzio e affrontare le procedure legali associate.

+ Ora, grazie alla legge sui caduti di guerra emendata dalla Knesset, anche le persone omosessuali che hanno contratto l’unione civile saranno riconosciute nello status di “persone vedove di guerra”, con garanzie dei diritti da esso derivanti.

L’emendamento è stato commentato positivamente dal deputato Yorai Lahav Hertzanu, del partito Yesh Atid, che dirige il gruppo di  LGBTIQ+. “In tempo di guerra, nessuna persona in Israele dovrebbe trovarsi in imbarazzo e da sola, sentirsi trascurata” ha detto il deputato queer.

Sagi Golan e Omer Ohana gayit omosessuali vedovi di guerra
Sagi Golan e Omer Ohana

L’occasione per equiparare le persone vedove di guerra omosessuali a quelle eterosessuali è stata fornita dalla vicenda di Sagi Golan e Omer Ohana, coppia di uomini gay trentenni, lavoratori del comparto high-tech, che proprio il 7 ottobre, giorno della strage terroristica di Hamas, sono stati svegliati dalle sirene dell’allarme nel loro appartamento a nord di Tel Aviv. Compresa la gravità dell’attacco di Hamas (si stava consumando il più largo sterminio di persone ebree della storia dal 1946 ad oggi), uno dei due, Sagi, ha indossato l’uniforme ed è partito per aiutare il proprio paese.  “Mi ha detto che in meno di una settimana sarebbe stato di ritorno e poi mi ha baciato“, ha raccontato il suo compagno Omer alla tv israeliana Channel 12.

Sagi e Omer avrebbero dovuto contrarre la loro unione civile due settimane dopo, ovvero lo scorso 20 Ottobre, ma non è stato possibile. Sagi non è tornato a casa. Capitano riservista in un comparto elitario dell’esercito israeliano, Sagi è caduto nella battaglia per difendere il  kibbutz Be’eri situato internamente, appena fuori dalla Striscia di Gaza, dai terroristi di Hamas. La notizia della scomparsa di Sagi non è stata purtroppo consegnata ufficialmente dallo stato di Israele a Omer, suo compagno, ma ai genitori di Sagi. “Mi hanno detto che dovevo richiederlo ai suoi genitori” ha spiegato Omer “e la cosa mi ha fatto infuriare, ero io quello che lo amava, ma la mia richiesta non è stata presa in considerazione“. Ohana ha poi sottolineato che se le persone omosessuali sono sufficientemente brave per servire e lottare per il Paese, allora hanno diritto “a vivere con dignità e uguaglianza”.

Sagi Golan e Omer Ohana gayit omosessuali vedovi di guerra
Sagi Golan e Omer Ohana

Omer ha raccontato che lui e Sagi pianificavano anche di avere dei figli (Israele consente la gestazione per altri), a tal proposito è stato prelevato e congelato un campione di sperma di Sagi “Devo abituarmi a conoscere di nuovo me stesso, ma ora mi sembra che ci sia un senso e un significato. E che abbia vinto la giustizia, che è stata una dei valori più forti che ha guidato Sagi quando era vivo”.

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In Ucraina, paese notoriamente in guerra per difendersi dall’aggressione dell’omobitransfobica Russia di Putin, si allontana invece la possibilità di approvare le unioni civili e proprio l’esercito ucraino è divenuto importante protagonista del dibattito per l’equiparazione dei diritti delle persone omosessuali rimaste vedove.

 

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