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Da settimane la Chiesa cattolica sta portando avanti una serie di proteste contro il governo democraticamente eletto del Messico, a causa del fatto che il Presidente messicano Nieto intendere estendere la legge sul matrimonio egualitario a tutto il Paese.
Dopo le migliaia di persone scese in strada manifestare nelle strade di Mexico City, la risposta degli attivisti non si è fatta attendere: hanno infatti rivelato alla stampa e al Paese che quattro dei sacerdoti che si stanno impegnando per bloccare la legge sono omosessuali e vivono concretamente il loro orientamento, ovvero hanno delle relazioni. Cristian Galarza, rappresentante del National Pride Front ha dichiarato all’inglese Telegraph: “Tutti hanno il diritto di rimanere nascosti ma quando lavori per condannare l’omosessualità e condanni il matrimonio gay e cerchi di influenzare le decisioni di uno Stato laico, ha perso il diritto a rimanere nascosto”.
La Chiesa non ha ufficialmente aderito alle marce anti-LGBT, ma molti preti e anche qualche arcivescovo hanno preso parte alle manifestazioni di questo mese. Persino Papa Francesco ha pubblicamente offerto il suo supporto ai suoi partecipanti, dicendo che le manifestazioni sono: “a favore della famiglia e della vita, le quali in questi anni richiedono una attenzione pastorale e culturale speciale in tutto il mondo“.
Non tutti sono però a favore dell’outing dei preti cattolici omosessuali diffuso da National Pride Front, sulla base del fatto che non si possa usare l’orientamento sessuale come arma contro una persona. “Stanno usando l’orientamento sessuale come un’arma contro la persona, che è esattamente ciò che il movimento LGBT non dovrebbe fare”, ha detto l’attivista LGBT Enrique Torre Molina. “Se c’è qualcuno che sa quanto può essere difficile quando il tuo orientamento viene usato contro di te, quelli sono i gay e le lesbiche”.
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No, in questo caso o stai zitto o non puoi arrecarti il diritto di rendere un inferno la vita delle persone (che possono essere cattoliche, ma anche di altra confessione o semplicemente atee – facendo anche qui prevalere la religione cattolica su qualsiasi altro credo), predicare peste e corna sugli omosessuali e razzolare malissimo nascondendo l’amante in sacrestia o sotto il pulpito. Da prete omosessuale o stai zitto e non punti il dito contro nessuno o combatti la causa di molti mettendoti dalla parte di chi è discriminato subendo soprusi tutti i giorni da ogni dove. Qui NESSUNO è contro la famiglia. Il discorso è un altro: qui si tratta di uguaglianza, di parità di diritti e soprattutto NESSUNO vuole convertire nessuno, si tratta semplicemente di prendere atto che esiste anche altro oltre alla modalità eterosessuale e di istituzionalizzarlo. Punto. Non capisco politici, preti e persone in generale che partono per la tangente diventando paladini e salvatori di un qualchecosa che esiste soltanto nell’ideale e nella morale collettiva e che poi nascondono esattamente quello contro cui combattono (seconde e terze famiglie e mogli, amanti, figli “illegittimi”, ecc comprese). Sì, a questo punto meritano di essere ammoniti e bacchettati, proprio per farli tacere innanzi tutto, poi per farli rinsavire e riportarli al principio di una sana e sacrosanta COERENZA. Troppo comodo per molti l’abito talare!